Trascrizione delle nozze gay a Bologna: il fronte omofobo cerca di bloccare l'ordinanza


È nel giorno in cui Bologna ha iniziato a trascrivere i matrimoni gay celebrati all'estero che il fronte omofobo ha giocato le sue ultime carte.
Ed è così che Valentina Castaldini, consigliera comunale Ncd a Bologna, si è precipitata a Palazzo D'Accursio sventolando una lettera fra le mani: «Non si possono registrare -ha annunciato- me lo conferma una lettera del prefetto Ennio Mario Sodano, arrivata in Comune venerdì sera e protocollata questa mattina». In quel testo ci sarebbe stato scritto che «questa pratica è nulla, in assenza di una legge nazionale sul tema». La missiva sarebbe giunta in seguito all'esposto che la consigliera aveva inoltrato a Sodano e ad Angelino Alfano il 24 agosto scorso.
Dal canto suo Valerio Merola, Sindaco di Bologna, ha prontamente risposto: «Io vado avanti anche se la procedura di trascrizione non ha effetti legali, ma simbolici, perché si tratta di una battaglia di civiltà e l'atto può essere utile in caso di revoca, per chi si è registrato, per ricorrere alla magistratura».
E se la consigliera del Ncd parla di abuso di potere, Forza Italia non è stata da meno nell'annunciare denunce e ricorsi alla Corte dei Conti. «Istituire un registro -dicono- ha un costo amministrativo che, seppur contenuto, non è legittimo».
Nel trattare la notizia Avvenire ha chiamati in causa la posizione espressa dal cardinale Carlo Caffarra e quella espressa dal portavoce di Le Manif Pour Tous Italia (quasi dovessero avere valore giuridico) prima di rassicurare i propri lettori: «La trascrizione -scrivono- in ogni caso non rappresenta un riconoscimento giuridico degli effetti civili del matrimonio gay».
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