Un giudice federale della Louisiana conferma il divieto ai matrimoni gay


In controtendenza con quanto sta avvenendo a livello nazionale, un giudice federale della Louisiana ha confermato la validità del divieto statale ai matrimoni fra persone dello stesso sesso. Nella sua sentenza afferma che «il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso non è ancora così radicata da risultare fondamentale» e che il matrimonio gay è stato «impensabile fino a poco tempo fa».
Il giudice distrettuale Martin Feldman, nominato dal presidente Ronald Reagan nel 1983, ha scritto: «La Corte è convinta che attribuire al matrimonio il valore che ha avuto per migliaia di anni e che prevale nella maggior parte degli Stati di oggi, non è universalmente irrazionale sulla base delle regole costituzionali».
Feldman ha anche sostenuto di non condividere l'idea che la scelto dello stato possa essere stata ispirata «solo da odio ed intolleranza», ritenendo che la Louisiana «ha un interesse legittimo» nell'«unire i bambini ad una famiglia formata dai due genitori biologici».
Secondo la sentenza, il riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso aprirebbe la strada anche ad altre «domande scomode», come il consentire matrimoni «tra una zia e la nipote, fratello e fratello, padre e figlio». Ci si è anche interrogati se sia fosse necessario legalizzare i matrimoni con minorenni o con più persone, sostenendo che tutto ciò verrebbe legittimato se si dovesse accogliere la domanda dei richiedenti sulla base dell'essere «innegabilmente impegnati in maniera identica ad amare e prendersi cura gli uni degli altri».
Quella di Feldman è stata l'unica corte federale statunitense ad essersi espressa a favore del mantenimento di un divieto alle nozze gay dopo l'annullamento del Defense of Marriage Act da parte della Corte Suprema.
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