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Un pastore del Tennessee: i cristiani non devono pentirsi per le discriminazioni contro i gay

Un pastore del Tennessee ha affermato che i cristiani non dovrebbero mai pentirsi per le discriminazioni contro i gay così come fanno per quelle verso gli afro-americani, dato che quest'ultimi non possono cambiare il colore della propria pelle.
L'improponibile tesi è stata illustrata in quasi un'ora di sermone da Robby Gallat ai fedeli della Brainerd Baptist Church Senior: «Un uomo nero non può cambiare la sua razza, un uomo bianco non può cambiare la sua razza, un omosessuale può fermarsi nel praticare atti omosessuali. Vedete, la sessualità è una scelta. Sesso e razza non lo sono».
Naturalmente l'uomo è apparso incurante della superficialità del suo ragionamento, ed ha cercato di attribuirgli una presunta volontà divina attraverso la citazione dei soliti versetti decontestualizzati: «Dio ha detto che i peccati del popolo avevano infettato la terra in cui vivono -ha sostenuto- E allora cosa succede alle persone che si dedicano a questa attività sessuale immorale? Nel Levitico 20, Dio ci indica la punizione per chi compie questi peccati: "Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro"».
Forse infastidito dall'assenza di condanne all'omosessualità all'interno dei Vangeli, il pastore ha sostenuto l'esistenza di un passo cui Dio sosterrebbe «di poter trasformare i gay in eterosessuali». Il passaggio da lui citato è un tratto dalla Prima lettera ai Corinzi (ossia scritta da Paolo di Tarso e non da Dio, ndr) in cui si legge: «E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio». Quali superfluo è sottolineare come il passa citato parlasse della purificazione dai peccati e non dall'omosessualità.
E se il passo del Levitico estende la sua condanna anche a chi mangia crostacei, anche nella lettera ai Corinzi il Regno dei cieli viene negata ad un folto gruppo di persone: gli immorali, gli idolatri, gli adulteri, i ladri, gli avari, gli ubriaconi, i maldicenti e i rapaci.
Vien da sé che l'omissione delle altre condanne, la decontestualizzazione storica e l'attribuzione a Dio di parole pronunciate dall'uomo sono il classico connubio volto solo a legittimare l'odio verso un preciso gruppo.
Improponibile è la condanna a morte suggerita, così come preoccupante notare come non sia l'unico ad essersi lanciato in frasi così gravi. Lo scorso marzo anche il reverendo omofobo James Manning invitò i suoi fedeli a lapidare a morte i gay.

Clicca qui per ascoltare il sermone di Robby Gallat.


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