Bisceglie: il sacerdote che milita fra le Sentinelle in piedi e che non disdegna incontri gay

Un sacerdote cattolico che milita fra le Sentinelle in piedi sarebbe stato pizzicato a cercare rapporti sessuali con altri uomini. È questa la notizia che sta tenendo banco a Bisceglie (BA).
Il tutto ha avuto inizio con la pubblicazione da parte del gruppo Facebook "L'Homophobie pour tous - Puglia e Italia" di una conversazione privata e particolarmente esplica intercorsa tra il religioso e un ragazzo gay, durante la quale il sacerdote non avrebbe avuto remore nel definirsi attivo e accettare un incontro di sesso con il giovane. Nei suoi albun fotografici, invece, risulta presente una ricca documentazione fotografica della sua militanza fra le file delle Sentinelle in piedi durante una manifestazione a Bari. La notizia è poi rimbalzata sulla stampa locale e pian piano nuove testimonianze si sono unite alla denuncia.
Vien da sé come i rapirti sessuali fra adulti consenzienti siano di per sé leciti e come la pietra dello scandalo debba necessariamente stare nell'ipocrisia di chi cercare la compagnia di persone dello stesso sesso mentre è parte di gruppi omofobi che vogliono combattere quelle persone.

Ed è proprio questo aspetto che pare sia stato dimenticato da qualcuno. Se il gruppo Arcigay locale ha espresso «totale dissenso nei confronti del merito e del metodo della suddetta pubblicazione», altri gruppi hanno espresso l'intenzione di scrivere una lettera al vescovo per chiedere la riduzione allo stato laicale del religioso. Peccato che così facendo si segnerebbe un clamoroso autogol, sostenendo implicitamente che la religione sia contrapposta all'omosessualità e che un gay non possa essere un uomo di fede.
Casomai avrebbe più senso invitare i religiosi a ribellarsi ai diktat vaticani, magari chiedendo di portare la propria esperienza personale a testimonianza di come alcune visioni della Chiesa sull'omosessualità siano spesso legate a meri pregiudizi. Oppure si potrebbe denunciare le modalità con cui il mondo ecclesiastico si basi su un'omertà ipocrita e compiacente che spesso porta le persone e predicare odio verso i propri fratelli al solo fine di nascondere sé stessi... ma chiedere un licenziamento sulla base dell'orientamento sessuale non appare certo una soluzione auspicabile.

Naturalmente resta poi aperto il tema etico sulla tipologia di approccio adottato, ma anche qui si può scegliere se cavalcare il lato più sensazionalistico della vicenda o se soffermarsi a riflettere come il sesso occasionale appaia l'unica frontiera lasciata aperta dagli omofobi che si battono per negare riconoscimenti e dignità alle relazioni gay stabili.
Nel caso specifico si è dinnanzi ad una persona che appare il carnefice di sé stesso, ma non bisogna essere troppo frettolosi nell'accantonare la figura della vittima. In altre realtà cristiane l'uomo potrebbe tranquillamente essere un sacerdote sposato con l'uomo che ama, ma non nel cattolicesimo. La condanna morale dell'omosessualità e dei rapporti con persone dello stesso sesso, infatti, fanno sì che si debba ricorrere al sotterfugio e all'inganno.
Ha dunque più senso puntare il dito contro l'operato dell'uomo o verso chi ha manifestato in piedi al suo fianco per condannarlo al silenzio e all'ipocrisia?


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