Buonanno torna ad insultare i gay: «Io eterosessuale mi sento quasi un estraneo nel Parlamento Europeo»
«Lobby gay? Altro che lobby, in Europa c'è un esercito di gay, qui ce ne sono tantissimi. Qui alla fine c'è una dittatura delle minoranze». Così Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega Nord è tornato ad insultare la comunità gay dai microfono di Radio 24.
Facendo molta attenzione a creare un «noi» e un «loro» quasi si volesse creare l'illusione di due fronti che non possono mai incontrarsi, il politico a proseguito: «I gay qui sono dappertutto, anche in posti notevoli, i più importanti all'interno della struttura della Comunità Europea. Loro sono riveriti, garantiti e serviti. Se dici che sei cristiano ed eterosessuale ti sembra veramente di essere una minoranza o un difetto. Io eterosessuale mi sento quasi un estraneo nel Parlamento Europeo. Uno che è omosessuale lì ha dei vantaggi evidenti rispetto all'eterosessuale. È come se avessero un'immunità permanente. Si vantano di essere omosessuali, si esibiscono e sembra quasi che abbiano un passepartout per qualsiasi cosa». Naturalmente il politico non ha fornito alcun esempio pratico a sostegno della sua tesi.
E se ieri ha cercato di alimentare l'odio nei confronti degli stranieri imponendo verifiche sanitarie a tutti gli africani di Borgosesia (cittadina di cui è sindaco), è sempre i clamore mediatico dell'ebola ad essere usato come cavallo di battaglia nelle sue affermazioni: «L'altro giorno in Parlamento -ha detto- con tutti i problemi che ha l'Europa, si parlava del tema dei gay perseguitati in un paese africano. Questa è la priorità della Comunità Europea a Strasburgo, non è l'ebola o il lavoro».
Peccato che ad oggi i casi di ebola conclamati in occidente si contano sulle dita di una mano, i gay sterminati dal pensiero che lui stesso si impegna a difendere e diffondere sono migliaia. Ma evidentemente per Bonanno a vita di mille gay non vale la vita di un eterosessuale.
L'eurodeputato non ha mancato di commentare anche gli insulti che ha riservato al presidente di Arcigay: «Era tutto premeditato. Ho anche i testimoni. Si è avvicinato 'sto tipo che mi ha toccato da dietro, era lì per il concerto di Conchita Wurstel (in realtà il riferimento e a Conchita Wurst ma trattandosi si una transessuale per Bonanno evidentemente non merita alcun rispetto, ndr). Poi mi si è piazzato davanti, a dieci centimetri dalla mia faccia e mi toccava con la spalla. C'era l'amichetto che riprendeva con la telecamerina. Lui istigava e io gli ho detto: "Se sei frocio, non è un problema mio"». Bonanno ha poi creduto di risultare simpatico nel cimentarsi in una voce spiccatamente effeminata: «Allora, la prossima volta che Romani si avvicina gli parlo così: "Oh, scusami tesoro, non lo farò mai più, perdonami. Amore, ti chiedo scusa, ma non lo faccio più, più, più. Sono brutto e cattivo. Dai, sculacciami pure, non lo faccio più».
Nonostante la Corte Costituzionale dica altro, secondo il leghista «Dire "frocio" o "finocchio" è come dire "omosessuale". Qual è il problema? Questi vogliono passare per vittime, mi usano per far vedere che Buonanno è omofobo. Ditemi tutto, ma non omosessuale».