Il prefetto di Udine procede all'annullamento della trascrizione di matrimonio gay contratto all'estero
Questa mattina il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo (in foto), ha inviato un commissario presso gli uffici dello stato civile del Comune di Udine per procedere con la cancellazione della trascrizione di un matrimonio fra persone dello stesso sesso contratto all'estero da una cittadina udinese.
Su mandato del prefetto, il viceprefetto aggiunto Giovanni Maria Leo ha annullato la trascrizione ed ha apposto una nota sul registro: «Con provvedimento del Prefetto della Provincia di Udine, in data 27 ottobre 2014 è stata annullata d'ufficio la trascrizione dell'atto di matrimonio controscritto».
Soddisfazione è stata espressa da Adriano Ioan, leader dell' opposizione di centrodestra al Comune di Udine, secondo il quale «La nomina del commissario prefettizio che annulla un atto illegittimo compiuto da Honsell nella sua veste di ufficiale di stato civile è un segnale inequivocabile di come la sua smania di protagonismo abbia superato ogni limite. Se vuole intraprendere e perseguire quelle che lui definisce delle battaglie di civiltà, lo faccia da semplice cittadino, si dimetta da sindaco, non trascini il ruolo istituzionale che attualmente ricopre su un terreno della illegalità coinvolgendo l'istituzione».
Dal canto suo il primo cittadino si dice «dispiaciuto e colpito da questo atto, che, per altro, ritengo non abbia nessun valore giuridico in quanto sulla base della legge che disciplina lo stato civile l'annullamento può essere disposto unicamente per decreto di un tribunale [...] Sono addolorato che di fronte a un gesto come la trascrizione di un matrimonio, che ha una valenza di inclusione sociale e di garanzia di pari dignità e diritti a tutte le persone ci sia stata una risposta così pronta e, tutto sommato, autoritaria da parte di un organo dello Stato. Una risposta che, ribadisco, penso non sia assolutamente giuridicamente efficace [...] Per quanto riguarda i prossimi passi -annuncia Honsell- qui c'è una coppia di donne che ha visto lesi i suoi interessi e sono quindi certo si muoverà per far valere i propri diritti. Per quanto riguarda il Comune mi riservo nelle prossime ore, in qualità non di sindaco, ma di ufficiale di stato civile, di valutare come poter meglio tutelare gli interessi di queste cittadine, anche sulla base degli atti che loro intenderanno fare».
Duro è anche il commento di Gay Center: «A Udine il prefetto cancella d'ufficio le nozze gay trascritte dal sindaco. Alfano docet nel Governo Renzi sui diritti dei gay? -si domanda Fabrizio Marrazzo- È bene che Renzi esca dall'ambiguità di annunciare pubblicamente che ci sarà una legge pro unioni civili alla tedesca e contemporaneamente lasciare campo libero ad Alfano che manda i Prefetti a cancellare le trascrizioni dei sindaci. La cancellazione delle trascrizioni è un atto di polizia non solo contro l'amore ma contro i diritti acquisiti in altri Paesi».
Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Arcigay, che commenta: «È allarmante l'abuso che il Ministro Alfano in primis e il prefetto di Udine in seconda istanza fanno dei propri ruoli istituzionali, al fine di portare avanti una battaglia ideologica lontana anni luce dal paese reale. Proprio mentre un'ampia maggioranza parlamentare si va costruendo a sostegno della legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, un'ostinata e sparuta minoranza, rappresentata dal ministro Alfano e dal suo partito in agonia, si dimostra pronta a tutto pur di ostacolare il riscatto di un'Italia fanalino di coda in Europa in tema di diritti. Le coppie di gay e lesbiche che in queste settimane stanno ottenendo la trascrizione dei propri matrimoni contratti all'estero faticosamente guadagnano un briciolo di riconoscimento dopo anni di totale marginalizzazione. Questo piccolo ma importante traguardo deve essere l'apripista per un riconoscimento pieno, non può rivelarsi l'ennesimo fuoco fatuo condannato a spegnersi per colpa della grave latitanza della politica. Non indietreggeremo di un passo continueremo a pretendere ciò che ci è dovuto e che molti italiani e molte italiane hanno già ottenuto varcando i confini e raggiungendo Paesi più civili del nostro. Chi oggi predica la modernizzazione con i gettoni e gli iPhone, si assuma la responsabilità del proprio ruolo e intervenga a interrompere questo teatrino umiliante. Perché il futuro passa necessariamente da qui, cioè dall'atto di civiltà dei tanti sindaci d'Italia che, come il sindaco Honsell a Udine, hanno mandato un messaggio forte al governo, al quale ora è necessario corrispondere velocemente».
E mentre a Udine si procede alla cancellazione di ufficio della registrazione di un matrimonio valido nel Paese celebrante (peraltro osservando come una certa area politica sostenga che la civiltà debba essere perseguita solo dai privati cittadini ma non dalle istituzioni, ndr) il comune di Barberino Val d'Elsa (Firenze) ha annunciato la volontà di disobbedire «al ministro e al suo veto».
«Io e la mia giunta -ha affermato il sindaco Giacomo Trentanovi- esprimiamo l'intenzione di non assecondare il ministro e il suo veto, siamo per la registrazione nello stato civile dei matrimoni gay contratti all'estero, non vedo quale danno possa procurare alla comunità una richiesta che ritengo più che legittima. La nostra politica, quella locale, che proprio per la stretta vicinanza ai problemi della gente sa guardare dentro alle cose e conosce i bisogni soprattutto dei più deboli, vuole lanciare una sfida per il riconoscimento dei diritti. Andremo avanti con la trascrizione, perché vogliamo guardare avanti con coraggio e riconoscere un diritto, anzi promuoverne il più possibile l'estensione».