Il regno dei Giuristi per la vita


Con il voto del Consiglio regionale del Veneto, i Giuristi per la vita hanno imposto il proprio volere ad altri cinque milioni di cittadini. La loro nera bandiera già sventola in Lombardia, in Veneto, ad Assisi, a Palermo e Verona e presto potrebbe essere affissa anche sulle porte di Orvieto.
Il regno dell'integralismo cattolico sta così ampliando i propri confini con conquiste garantite da Lega, Forza Italia e Ncd. Una minoranza politica che non rispecchia il volere popolare, ma che è ugualmente in grado di imporre la propria discriminazione. D'altro canto il leader dei Giuristi è forte di un'investitura papale che gli conferisce il diritto di passo in tutte le chiese cattoliche e il saluto d'onore da parte della guardia svizzera, così come Radio Vaticana è stata in prima fila nel dare visibilità al modulo prestampato con cui le amministrazioni possono introdurre distinguo sociali.
Naturalmente poco importa se persino la procura abbia indirettamente evidenziato come le premesse contenute in quel documento siano mere strumentalizzazioni: l'obiettivo è discriminare. Non è infatti possibile trovare altri termini per definire chi sostiene di «difendere la famiglia tradizionale» attraverso la sottrazione di risorse da investite in feste ideologizzate volte all'esclusione sociale delle famiglie omoparentali o monoparenatli. Certo, quest'ultime sono una vittima accidentale del processo, ma in fondo la vita di quei bambini può essere sacrificata in nome di nuove leggi sulla razza che ricordano i tempi fascisti. Prima c'erano gli ariani, ora gli eterosessuali, ma il discorso cambia poco: gli omosessuali non devono avere dignità sociale, non devono a vere riconoscimenti ma devono parare tasse che vadano a beneficio degli eterosessuali. Sono schiavi, utili solo al garantire i privilegi di una lobby.
È facile immaginare che prima o poi queste mozioni verranno cancellate dato che puzzano di incostituzionalità a chilometri di distanza, così com'è chiaro che l'intento sia solo quello di legittimare l'omofobie e la violenza... ma resta il fatto che deve far riflettere una democrazia dove una minoranza può arrivare a scrivere leggi ed imporle a milioni di cittadini sulla base di ideologie fasciste. Deve far riflettere una Chiesa che lancia messaggi di apertura ma poi tace dinnanzi all'operato nefasto di personaggi che lei ha legittimato. E deve far riflettere uno stato che fa parte di un'Unione ma che rifiuta di tutelare le nuove generazioni sulla base di un volere clericale (si pensi a come la mozione sia volta anche al rifiuto dei documenti dell'Oms e al costasto all'educazione sessuale nelle scuole. Certo, la Chiesa Cattolica dice che l'uso dei preservativi è peccato, ma basta questo a condannare a morte i giovani che decidessero non rimassero puri e casti sino al matrimonio?
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