Il Veneto approva la mozione sulla famiglia cosiddetta "naturale"
Con 30 voti a favore e 20 contrari (e senza alcuna discussione in aula) anche il veneto ha seguito l'esempio della Lombardia ed ha approvato la che introdurrà una "festa della famiglia, fondata sull'unione tra uomo e donna" ed impegnerà la regione a chiedere che l'Italia rigetti documenti come quello sull'educazione sessuale redatto dall'ufficio europeo dell'Organizzazione Mondiale della sanità.
Come prassi, la mozione è stata presentata dalla Lega Nord e risulta praticamente un copia-incolla del testo preparato dai Giuristi per la vita e reso liberamente scaricabile dal loro sito.
Pare anche che il Consiglio regionale del Veneto non abbia provato alcuna vergogna nell'approvare un testo che si basa su considerazioni false, come quella che sostiene che «nel Liceo Giulio Cesare di Roma i professori hanno imposto ad allievi minorenni la lettura di un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo "Sei come sei" della scrittrice Melania Mazzucco (Edizioni Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico descrivendo fra l'altro nei dettagli un rapporto orale fra due maschi».
La procura, però, ha già chiesto l'archiviazione della denuncia sporta dai Giuristi per la vita e dalla Provita nei confronti dei professori, asserendo che «I contenuti oggetto di censura non sono isolati e avulsi dal contesto complessivo dell'opera, risultando viceversa funzionali al messaggio di sensibilizzazione al tema delle famiglie omosessuali». nell'approvare una simile mozione si va a sostenere necessariamente che le scuole non devono adempiere al proprio dovere e che la regione debba sottostare al volere delle minoranze omofobe.
«È una mozione omofoba che va contro la Costituzione, ricorreremo alla Consulta» ha annunciato il parlamentare padovano Alessandro Zan.
«Si tratta di una discriminazione intollerabile, che fa perdere dignità al Consiglio regionale, soprattutto perché si è votato un testo pieno di ipocrisie ed anche falsità, un vero e proprio ritorno al Medioevo -ha aggiunto il consigliere Pietrangelo Pettenò (FSV)- Solo due anni fa, l'8 febbraio 2012 questo Consiglio ha approvato una mozione con la quale si impegnava la Giunta regionale a combattere ogni forma di discriminazione legata all'orientamento sessuale a alla identità di genere: ora la stessa assemblea vota un atto con il quale si va nella direzione opposta, ovvero quella di discriminare le persone e i loro orientamenti sessuali. Le bugie hanno le gambe corte e i veneti sapranno valutare bene quello che è successo oggi, bocciando sonoramente la cultura retrograda e discriminatoria portata avanti dalla maggioranza di centrodestra che sostiene il presidente Zaia e di quelle forze che si accingono a sostenerlo».
La mozione omofoba è stata votata dai consiglieri di Forza Italia (Moreno Teso, Dario Bond, Piergiorgio Cortelazzo, Elena Donazzan e Amedeo Gerolimetto), da quelli della Lega Nord (Luca Baggio, Andrea Bassi, Federico Caner, Bruno Cappon e Vittorino Cenci), dal Nuovo Centrodestra (Nicola Ignazio Finco, Arianna Lazzarini, Franco Manzato, Giampiero Possamai, Daniele Stival, Giuseppe Stoppato, Diego Bottacin, Giovanni Furlanetto, Francesco Piccolo , Nereo Laroni, Clovaldo Ruffato, Sandro Sandri, Carlo Alberto, Costantino Toniolo e Marino Zorzato) a cui si sommano Stefano Peraro (Udc), Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e Roberto Ciambetti, Maurizio Conte e Stefano Falconi del Gruppo Misto.