L'incredibile verbale con cui le Sentinelle in piedi hanno denunciato il bacio gay di Perugia
Ricordate la vicenda dei due giovani di Perugia denunciati dalle Sentinelle in piedi per essersi scambiati un bacio? I fatti risalgono allo corso 5 ottobre, quando gli ultra-cattoilici scesero in piazza per manifestare contro la legge sull'omofobia e qualsiasi riconoscimento delle unioni gay. Nell'occasione denunciarono Stefano Bucaioni, da loro ritenuto reo di un atteggiamento inaccettabile: osò baciare il marito Antonio (i due sono legalmente sposati all'estero) dinnanzi a loro.
I termini che compaiono nel verbale della Questura sono da pelle d'oca:
[...] avvicinandosi ad altro individuo di sesso maschile si esibiva in un prolungato e concupiscente bacio sulla bocca con lo stesso nel bel mezzo di Corso Vannucci ed in presenza di numerose famiglie con bambini e ragazzi molti dei quali minorenni che in quel momento affollavano il centro cittadino lasciando i passanti disgustati da tale dimostrazione [...]
La rivendicazione pare partire dall'assunto che in Italia vigano le leggi di Puitin (volte a vietare qualsiasi informazione sull'omosessualità ai minori), così come appare incredibile che si sostenga che i bambini debbano essere difesi dall'amore e possano assistere a manifestazioni d'odio come quelle da loro portate in piazza. E, allo stesso modo, verrebbe da dire che molte persone sono assai più disgustate dalle loro rivendicazioni che da un bacio... peccato che loro siano rimaste impunite e i due giovani siano ora sotto indagine con l'accusa di "disturbo della quiete pubblica".
«Mi chiedo se nel 2014 in Italia si possa essere denunciati per questo -ha dichiarato Stefano - Mi chiedo quanta rabbia e quanto odio hanno dentro queste persone per descrivere così un tale gesto d'amore».
Intanto il deputato Alessandro Zan (Sel) ha annunciato di aver depositato un'interrogazione al ministro dell'Interno Angelino Alfano e al ministro della Giustizia Andrea Orlando perché facciano chiarezza sul caso in merito alle indagati e al successivo rinvio a giudizio dei giovani. A suo avviso quegli avvisi di garanzia sono «un'atto gravissimo, che si configura come un'irragionevole aggressione alla sfera giuridica privata e personalissima di persone che manifestavano pacificamente il loro dissenso [...] Intendo andare a fondo della questione e sono curioso di conoscere i presupposti giuridici di natura penale che, sulla base di una descrizione soggettiva e discriminatoria di un bacio tra due uomini, hanno indotto il PM della Procura di Perugia ad avvalorare le accuse della Digos. Un comportamento, sia da parte delle forze dell'ordine che della Magistratura requirente che spaventa e sembra ricalcare quello della Polizia politica segreta di sessant'anni fa».