Matrimoni gay negli Usa: la situazione dopo la sentenza della Corte Suprema
Settimana scorsa, c'è piovuta dal cielo la notizia della Corte Suprema americana che aveva rifiutato di rivedere 5 casi giudiziari, decisi in appello, in cui erano stati dichiarati incostituzionali le leggi di alcuni stati dell'Unione (Utah, Oklahoma, Virginia, Indiana e Wisconsin) che proibivano alle coppie omosessuali di sposarsi. La notizia, che ha sorpreso in molti, ha segnato certamente la vittoria della comunità LGBT attesa da anni, in primo luogo perché ha portato il numero degli stati che consentono alle coppie gay e lesbiche di sposarsi da 19 a 30, e in secondo luogo perché tale "non-decisione" della Corte è il segnale che una maggioranza dei giudici è ormai pronta ad estendere, definitivamente, il matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso.
Prima di entrare nel merito della situazione, facciamo un passo indietro. Tra la fine di agosto e l'inizio del mese di settembre, la Corte aveva ricevuto 7 petizioni perché fossero rivisti 5 casi giudiziari in cui erano stati dichiarati incostituzionali le leggi di alcuni stati dell'Unione. Tutti i casi erano stati decisi in sede d'appello dal 10°, dal 4° e dal 7° Circuito degli Appelli e, una volta giunti all'attenzione della Corte Suprema, le vie legali si sarebbero concluse, essendo la Corte Suprema al vertice dell'organizzazione giudiziaria del sistema americano. Il 29 settembre i 9 giudici della Corte si erano riuniti per la prima e "grande" riunione prima dell'inizio del periodo 2014 (che sarebbe cominciato lunedì 6) per vagliare più di un migliaio di casi a loro pervenuti durante l'estate, tra i quali vanno menzionati i casi di cui abbiamo parlato. Lunedì 6, il primo giorno, ecco la sorpresa: la Corte rifiuta di rivedere i casi riguardanti il matrimonio egualitario[1] e come un domino, uno dopo l'altro, 8 divieti posti alle coppie gay e lesbiche cadono, sotto la gioia di centinaia e centinaia di coppie che aspettavano da anni di sposarsi. I primi a cedere sono stati i divieti degli stati che erano direttamente coinvolti nella "non-decisione" della Corte di lunedì (Utah, Oklahoma, Virginia, Indiana e Wisconsin), hanno poi seguito il divieto del Colorado (martedì 7), del West Virginia (giovedì 9) e del North Carolina (venerdì 10). Quindi mancano ancora all'appello i divieti del Wyoming, del Kansas e del South Dakota. Lunedì il giudice federale Scott Skavdahl si pronuncerà sul caso Wyoming, mentre le Corti Supreme del Kansas e del South Carolina hanno fermato alcuni giudici nazionali che avevano già rilasciato alcune licenze matrimoniali.
Frattanto anche in Idaho e in Nevada il matrimonio egualitario ha fatto la sua apparizione dopo che la Corte d'Appello di San Francisco del 9° Circuito si è pronunciata martedì scorso. Tuttavia le coppie del Nevada e dell'Idaho hanno dovuto aspettare un po' perché potessero sposarsi: il governatore dell'Idaho si era opposto alla decisione e aveva chiesto una sospensione della decisione al giudice supremo Kennedy, il giudice "itinerante" del 9° Circuito, cioè il giudice della Corte Suprema che riceve le richieste (es: richiesta di sospensione di una sentenza) dal circuito a lui assegnato. Così è stato, almeno per un primo momento: Kennedy aveva dato l'ok alla sospensione subito poi ripensarci, senza una spiegazione.
Alla decisione del 9° Circuito è seguita quella del giudice federaleTimothy Burgess, il quale ha ordinato allo stato dell'Alaska di permettere alle coppie gay e lesbiche, che lo desiderano, di sposarsi, spazzando così via il primo di tutti gli emendamenti costituzionali, il Ballot Measure 2 del 1998, che stabiliva la diversità del sesso degli sposi come requisito per il matrimonio. Anche l'Alaska fa parte del 9° circuito e, come è accaduto per il Colorado, il West Virginiae il North Carolina, il precedente è stato rispettato dal giudice Burgess. Secondo gli ultimi sondaggi circa 50% degli abitanti dell'Alaska (circa 750.000 abitanti) si dice favorevole all'estensione del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso, mentre le prime coppie hanno già sfruttato l'opportunità recandosi agli uffici comunali delle contee dello stato.
Per quanto riguarda il 9° Circuito rimangono ancora Montana e Arizona: alcune coppie coppie hanno già chiesto un giudizio sommario in Montana, mentre in Arizona aspettiamo la decisione del giudice . Ancora da determinare è la situazione del 6° circuito, dove la Corte d'Appello non si era ancora espressa, sebbene siano passati già due mesi dalle argomentazioni di fronte ai tre giudici della Corte. A questo punto ci si puo chiedere cosa accadrà nel futuro più prossimo. Sicuramente vedremo Wyoming, Kansas e South Carolina rispettare il precedente creato dal 10°, e quindi passeremo a 33 stati, forse anche in giro di una settimana; a questo molto probabilmente seguiranno Montana ed Arizona e passeremo a 35 stati, visto che difficilmente i giudici supremi vorranno prendere in mano un caso dal 9° Circuito[1].
Resta in sospeso il destino degli altri 15 stati: North Dakota, South Dakota, Nebraska, Missouri, Arkansas,Texas, Louisiana, Mississippi, Alabama, Georgia, Florida, Michigan, Ohio, Kentucky e Tennessee. Gli ultimi 4 stati che ho appena menzionato fanno parte del 6° Circuito e come ho già spiegato una sentenza è imminente, mentre restano così gli stati del 5° Circuito (Texas, Louisiana, Mississippi), dell'11° (Alabama, Georgia, Florida) e dell'8° (North Dakota, South Dakota, Nebraska, Missouri, Arkansas). Arkansas e Florida sarebbe opportuno tenerli fuori dai circuiti visto che ci sono già due casi la cui risoluzione, sempre più vicina, pende davanti alle rispettive corti supreme. Il 5° Circuito ha gia fatto sapere che entro l'anno la questione interna sarà risolta, l'11° è ancora nelle fasi iniziali degli appelli, mentre nell'8° il giudizio d'appello non verrà risolto sicuramente al più presto, visto che nessun giudice di primo grado ha emesso una sentenza.
Ma allora cosa succederà? All'inizio vi avevo avvertito della presa di posizione della Corte Suprema, cioè che esiste già una maggioranza di giudici pronta ad estendere il matrimonio egualitario su tutta la nazione. E questa maggioranza, molto probabilmente si è fatta sentire solo alla grande conferenza del 29 settembre: i giudici avrebbero deciso di non rivedere i 5 casi proprio perché sapevano che prima o poi la maggioranza si sarebbe fatto sentire e quindi meglio ridurre l'impatto della futura decisione[3]. Rimane però un problema quando la Corte deciderà di rivedere almeno un caso? Sicuramente quando uno dei circuiti deciderà diversamente dagli altri (o il 6° o il 5°), ma se nessun circuito decidere diversamente, che fare? In questo caso un intervento della Corte Suprema sembrerebbe pure inopportuno[4], visto che tutti i circuiti concorrerebbero sulla questione. Quello su cui si è incerti è invece la tempistica. Tuttavia se accettiamo entrambe le visioni -che la Corte si esprimerà o che non si esprimerà lasciando ai circuiti la parola- entro il prossimo tutto sarà risolto, in una grandiosa vittoria della comunità LGBT americana. Se la Corte prenderà la parola, tutto il mondo occidentale ne sarebbe scosso: le altre corti supreme americane come quelle messicane o colombiane potrebbero seguire facilmente l'esempio statunitense, in europa qualche altro paese seguirebbe l'esempio (penso all'Irlanda del Nord o alla Germania). Rimarremmo solo noi, con l'inutile dibattito su un modello -quello delle unioni civili- ancora da approvare e già fuori di moda.
- molto probabilmente la Corte si era rifiutata perché tutti e tre i circuiti (in ordine temporale, il 10°, il 4° e il 7°) si erano espressi allo stesso modo (cioè per l'incostituzionalità delle leggi) e dato che la Corte ha interesse a rivedere dei casi se c'è una divisione tra i circuiti (cosa non avvenuta fino ad ora, in merito alla questione), sembra opportuno pensare che il rifiuto di lunedì 6 ottobre sia stato dipeso proprio da questo motivo.
- La Corte Suprema degli USA è al vertice del sistema giudiziario americano e quando "qualcosa" viene deciso da quest'organo, la "certa cosa" decisa dovrà essere rispettata da tutte le corte che sono a lei inferiori (cioè tutte e nessun esclusa). Quando ciò accade -cioè ogni qualvolta una sentenza venga emessa- si dice che un precedente è stato creato e dovrà essere rispettato dalle corti inferiori (e in un certo modo anche dalla Corte Suprema stessa). Nel caso di specie il precedente riguardava solamente tre circuiti (il 10°, il 4° e il 7°), o meglio i tre precedenti perchè sono i circuiti a crearli e una volta che la Corte si è rifiutata di rivedere i casi i tre precedenti sono diventati la legge per tutti gli stati dei tre circuiti summenzionati. Questo che ho appena illustrato è il procedimento di formazione del diritto negli USA, ma anche è così in tutti i paesi di common law. In questi paesi (Inghilterra, Sudafrica...) il diritto è di creazione giurisprudenziale, cioè sono i giudici sono a dire cosa sia o meno il diritto.
- Questa è la teoria eleaborata da Chris Geidner, giornalista di Buzzfeed. Secondo Geidner riducendo i numeri degli stati che non permettono alle coppie gay e lesbiche di sposarsi (avete visto simao ormai a soli 15 stati), si riduce l'impatto di una decisione epocale come quella di riconoscere il diritto al matrimonio anche alle coppie gay e lesbiche.
- così si esprime Ari Ezra Waldam su Towleroad.
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