Sinodo: «Coppie gay? Accogliere, non approvare»
«C'e' un principio da rispettare: in primis guardare alle persone, prima che al loro orientamento sessuale. Nel Catechismo si parla dell'accoglienza che è l'atteggiamento umano e cristiano di base. Ciò non significa che la Chiesa possa dire che il rispetto per la persona umana sia anche rispetto per ogni comportamento umano». È quanto dichiarato da Christoph Schoenborn, cardinale arcivescovo di Vienna, in merito alla presa si pozione che il Sinodo assumerà nei confronti delle persone lgbt. «Nel testo finale del Sinodo si parlerà di accoglienza», ha precisato il religioso.
Tale distinzione nelle parole è stata scelta anche dai Circoli minori del Sinodo sulla famiglia, tenutosi ieri mattina, i quali hanno dichiarato: «Ferma restando l'impossibilità di equiparare al matrimonio tra uomo e donna le unioni omosessuali, le persone con tale orientamento vanno accompagnate pastoralmente e tutelate nella loro dignità, senza tuttavia che ciò appaia come un'approvazione, da parte della Chiesa, del loro orientamento e della loro condotta di vita».
Intanto in Vaticano è scoppiato un giallo intorno alla traduzione inglese del documento. In merito al punto che riguarda l'omosessualità, il precedente termine «welcoming» (benvenuto) è stato sostituito da un più asettico «providing for» (provvedere a). Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha liquidato la questione sostenendo che la versione ufficiale resta quella in lingua italiana, anche se è innegabile come si respiri una certa ansia nei confronti dell'uso di termini che possano avere accezioni troppo positive.