Il bollettino della parrocchia: «Nelle scuole danno ormoni ai bambini per farli diventare gay»
Dopo il caso dell'insegnante di religione di Moncalieri che andò in classe a sostenere che l'omosessualità possa essere "curata", un'altra docente statale è finita alla ribalta delle cronache per affermazioni inaccettabili rilasciate, questa volta, attraverso il bollettino della parrocchia di Rivarolo Canavese (Torino).
L'autrice dell'articolo incriminato è Cristina Zaccanti, insegnate di storia ed italiano al liceo classico Carlo Botta di Ivrea, pronta ad accomunare pedofilia ed omosessualità come «metodi pedagogici ammessi dall'Onu» o a sostenere che l'OMS voglia introdurre nelle scuole materne la «masturbazione fin dai tre anni di età per far sperimentare al bambino le proprie pulsioni così da alimentare l'esperienza omosessuale».
Ma non solo. La donna ha anche asserito che «in nome del diritto del bambino alla propria autodeterminazione in Inghilterra, ma anche in alcune scuole italiane, si somministrano ormoni affinché venendone ritardata la crescita, abbiano più tempo per decidere». Poi, rivolgendosi al progetto di legge per il contrasto dell'omofobia, l'insegnante ha sostenuto che lo scopo di quella legge è «la rieducazione in un campo lgbt per chi affermerà di essere a favore della famiglia naturale e contrario alle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali».
Interpellata dalla Stampa di Torino, l'insegnante (e referente locale delle Sentinelle in piedi) ha detto che le informazioni false da lei pubblicate derivano da presunti documenti reperibili su internet. Poi, per non farsi mancare nulla, ha pure esordito con il classico e patetico: «Non giudico gli omosessuali, ho tanti amici gay». Anche il parroco ha preso le distanze ed afferma che quell'articolo presenti «opinioni non appartengono né a me, né alla parrocchia». Insomma, tutti hanno negato tutto dopo aver diffuso falsità volte solo ad alimentare odio (e non si chiami «opinione» il far credere l'esistenza di leggi o progetti inesistenti). Se Alfano fosse un ministro serio, al posto di preoccuparsi così tanto di fermare le registrazioni dei matrimoni gay contratti all'estero, forse potrebbe intervenire per fermare quanti minano l'ordine pubblico attraverso la diffamazione a mezzo stampa dei gay e degli organismi internazionali. E, questa volta, con serie conseguenze per la salute e sicurezza dei cittadini.