La polemica omofoba del sottosegretario all'Istruzione? È basata su una notizia falsa


Ricordate la polemica sollevata dal segretario all'istruzione Gabriele Toccafondi? Nel giorni scorsi l'uomo aveva puntato il dito contro alcuni asili romani che, a suo dire, avrebbero voluto «proporre una visione ideologica della realtà» attraverso la lettura di fiabe che potessero insegnare ai bambini che non esiste un'unica forma di amore, così come gli insegnanti vorrebbero «bypassato il ruolo educativo dei genitori» nell'insegnare il rispetto delle diversità. La polemica aveva trovato appoggio anche tra molte associazioni omfobe, così come persino il portale del Vaticano aveva dedicato ampio spazio alla notizia.
Se il sottosegretario all'istruzione avesse speso del tempo a documentarsi anziché lanciare anatemi contro i gay, forse avrebbe avuto l'occasione di scoprire che l'unica cosa ideologizzata della vicenda è una polemica costruita su una notizia del tutto falsa.
L'asilo, infatti, ha smentito che il libro sia stato mai letto ai bambini, anzi «il testo non esiste nemmeno all'interno del nido». Il titolo del volume in questione, infatti, era semplicemente stato inserito «in un elenco di libri che avevamo suggerito ai genitori, e non ai bambini, di leggere, per discuterne con le educatrici nei pomeriggi di laboratorio genitori-insegnanti che tradizionalmente facciamo, anche nell'ambito del progetto "Educare alle differenze" sostenuto dal Comune».
Insomma, più che bypassare i genitori, li si voleva coinvolgere in una discussione sulle possibili modalità di affrontare i temi che fossero emersi in classe. Nell'elenco, infatti, figuravano anche «libri dove le donne non siano solo infermiere o casalinghe, ma anche astronaute. O dove ci siano protagonisti di etnie diverse». Il tutto con lo scopo di abbattere gli stereotipi di genere nell'interesse dei bambini..
«Non capiamo il perché di questo polverone», dicono gli insegnanti. Ma purtroppo il motivo pare fin troppo evidente, a fronte di un'area politica che non perde occasione di strumentalizzare qualunque notizia (anche alterandola) pur di sostenere che lo stato debba evitare qualsiasi azione volta a contrastare l'omofobia.
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