Luca Di Tolve: dire che i gay sono malati è un diritto costituzionale
«Quanto accaduto a Moncalieri è l'ennesima dimostrazione del carattere menzognero e illiberale dei gruppi organizzati lgbt. L'insegnante di religione finita nella gogna mediatica non ha solo espresso un'opinione ma ha anche fatto riferimento a fatti concreti, scientifici, relativi all'omosessualità». A sostenerlo è La nuova bussola quotidiana.
Il riferimento è al caso del professore di religione di Torino finito alla ribalta delle cronache per aver sostenuto dinnanzi agli studenti che l'omosessualità è una malattia e può essere guarita. Ed è così che la rivista ciellina si è subito rivolta a Luca Di Tolve, un uomo che deve la sua fortuna all'essersi dichiarato ex-gay, per un commento sull'accaduto.
Intuibile è la posizione assunta dall'uomo, pronto a sostenere che «va affermato con chiarezza che l'insegnante ha tutto il diritto di esprimere la propria opinione anche riguardo all'omosessualità: è un diritto sancito dalla Costituzione e non ci sono giustificazioni per chi vuole far tacere delle opinioni». Una tesi che poterebbe a ritenere lecito che un insegnante vada in classe ad insultare gli studenti di colore perché la sua «opinione» è razzista o che renderebbe lecito inneggiare a pulizie etniche in nome di un'«opinione».
Ma Di Tolve non si è certo fermato lì e nel suo rigurgito d'odio ha aggiunto che «sono loro stessi che sostengono la terapia affermativa, ovvero il supporto psicologico che porta all'accettazione dell'omosessualità. È segno che allora il disagio esiste, che un problema psicologico c'è». Chiunque abbia una benché minima capacità razionali sa benissimo che quelle terapie servono a superare le difficoltà create da una società omofoba... e un simile discorso si basa sul concetto che le vittime debbano compiacere i propri aguzzini. Insomma, un'assurdità! Ma per il presunto ex-gay sono i gay ad essere violenti nel voler imporre la propria presenza in una società troppo gay-friendly: «Per imporre questa teoria mentono sulla realtà e sulla scienza -dice- La realtà è che ormai sono tantissimi i casi di ex omosessuali che hanno recuperato la loro identità eterosessuale, si sono sposati, vivono relazioni stabili e hanno figli».
Naturalmente se l'esistenza degli ex-gay è ancora tutte da dimostrare (alcuni gruppi religiosi anti-gay sostengono che siano tantissimi anche se nel mondo se ne sono visti ben pochi), Di Tolve ha omesso di sostenere che la contrarietà non è verso chi decide di reprimere la propria sessualità, ma verso chi vuole imporre la propria scelta innaturale agli altri. Non a casso, da quando Di Tolve dice di essere divenuto eterosessuale grazie all'intercessione della Madonna, non si è limitato a vivere la sua vita ma ha aperti dei centri per la conversione di altri e ha fatto di tutto perché i genitori di adolescenti gay odiassero i propri figli e cercassero di cambiarli. Questa è violenza, non certo un unto di partenza per poter chiedere rispetto.
ma la cosa più imbarazzante è come oggi, nel 2014, ci si trovi ancora dinnanzi a riviste cattoliche pronte a sostenere che l'omosessualità sia una malattia. Inutile a dirsi, il tentativo di imporre la discriminazione passa anche dal tentativo di tornare al Medioevo ad ogni occasione, felici di poter contribuire ad una società che possa crogiolarsi nei propri pregiudizi in modo da spingere il maggior numero di giovani possibili verso la depressione o il suicidio.