L'accettazione dell'omosessualità si fa sempre più forte nel mondo
C'è chi dice che il parlare di tutte le brutte notizie legate alle recente escalation omofobica porti ad essere pessimisti. Eppure basterebbe guardare il bicchiere mezzo pieno per accorgersi che in fondo non è così: basta osservare come alcuni politici si trovino a dover ricorrere ad atti di dubbia legalità pur di discriminare o di come alcuni gruppi continuino a ripetersi ad oltranza di rappresentare la maggioranza della popolazione. Tutto questo ha un unico significato: hanno paura. E tutta questa frenesia nel cercare di discriminare il più possibile è probabilmente dettata dalla crescente consapevolezza di essere una minoranza che ben presto verrà spazzata via dalla storia.
L'inequivocabilità del dato viene confermato anche da un recente studio condotto dal NORC dell'Università di Chicago e dal Wiliams Institute della UCLA School of Law, confermando come l'accettazione mondiale nei confronti dell'omosessualità sia costantemente aumentata nel corso degli ultimi due decenni.
Andrew Park, direttore dei programmi internazionali presso il Wiliams Institute, non ha dubbi: «Questo studio dimostra una chiara tendenza verso l'aumento accettazione in tutto il mondo».
Le statistiche mostrano come le donne siano generalmente più gay-friendly degli uomini e come fra gli under 30 si siano registrati tassi di accettazione più elevati. Lo scettro dell'omofobia, invece, viene conferito agli over 65, divorati da pregiudizi che tendono a crescere man mano che invecchiano. Dal punto di vista geografico, il più alto tasso di accettazione è stato registrato nell'Europa nord-occidentale (la percentuale è del 91%), il più basso nel Ghana (con un vergognoso 2%).