Secondo il vescovo emerito di Bologna, i gay sono una minoranza e quindi la politica non deve occuparsene

Ripetendo un tormentone di una certa area politica, anche il vescovo emerito di Bologna -Ernesto Vecchi- ha pensato bene di intervenire sul tema delle trascrizioni dei matrimoni gay contratti all'estero e di fornire la sua interpretazione della legge. Il religioso ha così sostenuto che i politici locali del Pd non dovrebbero perdere tempo a pensare ai registri o «usare forzature o prendersela col prefetto». Ma è nel spiegare le motivazioni della sua affermazione ideologica che il prelato ha dato il peggio si sé, chiedendo che «la politica locale si interessa di temi che toccano le minoranze e non interessa la gente, che invece vuole il lavoro, una città pulita, vuole sicurezza».
Peccato che se le minoranze non meritassero diritti o rispetto, a nulla varrebbe la campagna che i cattolici hanno lanciato in difesa dei cristiani nel Medi Oriente (dove sono per l'appunto una minoranza) o non si capirebbe perché mai la polizia perda tempo dietro a reati minoritari come gli omicidi dato che la maggior parte della popolazione non uccide nessuno ma magari parcheggia in doppia fila. Se tutto ciò che avesse a che fare con le minoranze non avesse valore, tantissimi discorsi verrebbero mano. Certo, in questo caso appare evidente la volontà di lanciare un messaggio ideologico volto a chiedere la discriminazione dei cittadini meno simpatici ai vertici ecclesiastici provano verso i vari gruppi, ma affermazioni simili rischiano di risultare comunque pericolose e lesive della dignità individuale.


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