Almeno 594 persone lgbt sono state assassinate nelle Americe durante gli ultimi 15 mesi

L'altro numero di coming out registrati nel corso del 2014 mostra come la società stia cambiando e come lo stigma dell'omosessualità sia sempre più destinata a finire nell'oblio. Inevitabilmente, però, la situazione p finita anche con l'intensificare la furia violenta di chi si oppone al cambiamento.
Secondo un rapporto realizzato dalla Inter-American Commission on Human Rights e pubblicato lo scorso mercoledì, tra l'inizio del 2013 e marzo del 2014 ben 594 persone sono state uccise nelle Americhe a causa del loro orientamento sessuale. A loro vanno aggiunte ulteriori 176 persone sopravvissute ad attacchi violenti e i dati rischiano di essere sottostimati a causa di una serie di reati che potrebbero non essere stati catalogati come omofobici.
Le vittime più numerose si riscontrano fra le persone percepite come transessuali o gay, con particolari pericoli per i più giovani (l'80% delle transessuali uccise aveva meno di 35 anni). In molti caso le violenze sono state consumate all'interno delle mura domestiche da parte di membri della propria famiglia.
Ad esempio in Cile un uomo bisessuale è stato sequestrato dal padre del suo ragazzo e minacciato di morte, in Perù un gay è stato catturato all'uscita di una discoteca, preso a pugni, torturato, castrato, decapitato ed infine bruciato. In Colombia una donna trans è stata uccisa con un'arma da fuoco e nella sua bocca è stata trovata un'asta, in Messico una trans e stata uccisa e data alle fiamme dopo che il partner ha scoperto che none non era nata con il sesso con cui l'aveva conosciuta. In Brasile un ragazzo è stato ucciso dal padre che non accettava che fosse gay, un altro ha subito la medesima sorte perché lo zio non accettava la sua omosessualità.


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