Faenza. Dopo l'odg omofobo, il sindaco del Pd rilancia e si scaglia contro matrimoni ed adozioni
«Non mi dimetto». Su questo punto il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi, è molto chiaro. meno chiaro è come si possa sentire a proprio agio con i cittadini dopo aver appoggiato l'approvazione dell'ordine del giorno omofobo scrittogli dai Giuristi per la Vita.
Ma la vicenda non si è certo chiusa qui. Il sindaco ha pensato bene di rispolverare qualche altro slogan dei movimenti omofobi e, in nome della sua presunta «libertà di opinione», si è sentito nel diritto di ostentare la sua omofobia con frasi assimilabili a quelle normalmente pronunciate dai senatori del Ncd.
«Ribadisco contrarietà a chiamare con lo stesso nome situazioni diverse. L'istituto giuridico del matrimonio deve restare riferito all'unione tra due persone di sesso diverso -ha dichiarato durante il consiglio comunale- Rivendico il mio diritto a sostenere la centralità del matrimonio come fondamento della famiglia» Ed ancora: «Esprimo assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi di adozione di minori a coppie dello stesso sesso». Contrarietà è stata espressa anche nei confronti dell'applicazione nelle scuole del documento denominato "standard dell'educazione sessuale" e volto a prevenire il bullismo omofobico nelle classi.
Malpezzi ha poi aggiunto che «Rimetto ora nelle mani del segretario comunale del Pd la mia disponibilità a candidarmi alle prossime elezioni [...] ma solo a una condizione: che vengano rispettate le mie convinzioni personali». Peccato che le sue parole lascino intendere che le sue «convinzioni personali» debbano poter essere imposte con la forza agli altri (peraltro dopo avr ottenuto il consenso attraverso un partito che ha sostenuto tesi assai diverse durante la campagna elettorale).
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