Gesù bambino diventa uno strumento di campagna elettorale sui manifesti di Fratelli d'Italia


In un Paese che va a rottoli pare che alcuni politici abbiano priorità piuttosto curiose. Alcuni giorni fa alcuni giornali avevano sostenuto che in un centro commerciale di Piacenza sia stato messo in vendita un presepe "gay-friendly" contenente due San Giuseppe.
L'unica prova dell'accaduto pare riconducibile ad un'unica fotografia pubblicata dal consigliere regionale leghista Matteo Rancan, all'interno della quale si vedono due statuine identiche di san Giuseppe collocate in una capanna. Vien da sé che chiunque avrebbe potuto spostare le statuine (è facile ritenere che non sarebbero state identiche se fossero state prodotte appositamente per formare una coppia, ndr) ma quasi tutta la stampa di destra ha dato ampio risalto alla notizia. Ed è sempre la stampa a sostenere che «nel centro commerciale ci sono diversi negozi e non è stato possibile ricostruire in quale fosse stato allestito il presepe»... curioso, perché generalmente dovrebbe essere facile risalire ad una vetrina che si sostiene abbia causato forti polemiche fra la popolazione.
Eppure Giorgia meloni non ha perso l'occasione per scrivere su Facebook: «In un centro commerciale di Piacenza hanno messo in vendita un presepe gay: nella capanna due Giuseppe e nessuna traccia di Maria. Siamo al delirio. Per fortuna ci sono ancora persone capaci di indignarsi e le proteste sono state tali da farlo ritirare. La famiglia è sacra, non scherziamo».
In allegato anche un manifesto in cui il nome del suo partito è stato inserito come didascalia alla figura di Gesù bambino. Naturalmente, pur di creare un'inutile polemica nei confronti delle famiglie omoparentali, la Meloni non i dev'essere fatta alcun problema a strumentalizzare a fini elettorali una figura sacra, così come nei giorni scorsi non si era fatta problemi ad utilizzare il presepe come sfottò nei confronti di Renzi (da lei inserito come asinello).
Rica pilotando, dunque, pare che la Meloni reputi che la sacralità del presepio non sia lesa dall'uso di un simbolo sacro a fini elettorali o di denigrazione altrui, ma va condannato qualora rappresenti l'amore fra due persone (sempre ammesso che quel presepio da lei condannato sia mai esistito).
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