Il 15 dicembre 1973 fa l'APA eliminò l'omosessualità dalla lista dei disturbi mentali


Esattamente 41 anni fa, il 15 dicembre del 1973, il Board of Trustees dell'American Psychiatric Association (APA) approvò una risoluzione che eliminò l'omosessualità dalla lista di disturbi mentali contenuta nel DSM, il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.
La decisione venne presa con 13 voti a favore, nessun contrario e due astenuti. La maggioranza era stata assicurata da un testo nato come frutto di un compromesso tra quanti sostenevano che l'omosessualità fosse una normale variante della sessualità umana e chi invece la apostrofava un disturbo mentale o psicopatologia: l'omosessualità venne definita come «una forma del comportamento sessuale» ma contestualmente si teorizzò un nuovo disturbo contraddistinto dall'acronimo S.D.D. (disturbo dell'orientamento sessuale) in cui si includerlo persone omosessuali «che sono sia disturbate, o in conflitto, o che desiderano modificare il proprio orientamento sessuale». Nella risoluzione si affermò anche che una «significativa porzione» di omosessuali sono «apparentemente soddisfatti del proprio orientamento sessuale» o desidererebbero cambiarlo.
In seguito, nella terza versione del DSM pubblicata nel 1980, il S.O.D venne rimpiazzato da un altro acronimo, l'E.D.H. (ossia l'omosessualità ego-distonica). Infine, nel 1987, quel riferimento venne completamente rimosso.
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