Il Gambia si rifiuta di ridiscutere la sua legge anti-gay


Il Gambia non tratterà con l'Unione Europea in merito all'introduzione di una nuova legge anti-gay. Lo ha dichiarato Bala Garba Jahumpa, ministro degli esteri e capo della diplomazia del Gambia, pronto sostenere durante un discorso televisivo che la sua scelta dipende dalla sua ferma convinzione riguardo al fatto che gli omosessuali siano «opera di Satana».
In realtà il formarsi di un blocco omofobo africano pare motivato perlopiù dalla volontà di distogliere l'opinione pubblica dai veri problemi del Paese attraverso l'individuazione di un "nemico" da poter additare come responsabile del malessere. Non stupisce, dunque, se il suo pensiero sia così così a quello di Putin o della Lega Nord, entrambi pronti a sacrificare i diritti di una minoranza pur di ottenere consensi grazie alla promessa di maggior benessere derivante dalla discriminazione altrui. La riprova di ciò pare giungere dalla cronaca e dall'osservare come Putin abbia messo sotto silenzio le tangenti di Sochi grazie all'attenzione mediatica puntata sui diritti civili o come Salvini non indichi più i meridionali come un problema da quando ha intravisto la possibilità di poter ottenere potere a livello nazionale: si cambia obiettivo ma la colpa viene sempre fatta ricadere su qualcuno (naturalmente dopo aver cercato di generare odio e astio nei suoi confronti).
Tornando al Gambia, come da copione anche Jahumpa ha cercato di spaventare la popolazione, sostenendo che «l'omosessualità sarebbe dannosa per l'esistenza umana». Poi, nel tentativo di spiegare perchè le sue scelte porteranno a probabili sanzioni per il Paese, ha aggiunto che gli europei e gli americani sono razzisti e che vogliono solo saccheggiare Gambia.
Insomma, un quadro che appare creato apposta per permettere alla classe politica di poter proseguire a gestire indisturbata i propri interessi mentre potranno incolpare i gay (o il prossimo capro espiatorio) per il malessere generato dal loro arricchimento.
Oltre ad aver inasprito le pene nei confronti dei gay, il Paese africano è accusato anche di aver aumentato la pressione sulla comunità lgbt e di aver reintrodotto la tortura. Tale posizione potrebbe influire sui 150 milioni di euro destinati agli aiuti che la Comunità Europea opotrebbe decidere di non stanziare.
Il Gambia è un paese mussulmano che conta circa due millioni di abitanti. È uno dei paesi più poveri del mondo con un reddito lordo pro-capite di circa 500 dollari al mese. Il Presidente Yahya Jammeh, che due anni fa ha preso il potere con un colpo di stato, è noto come uno dei capi di stato più omofobi d'Africa e all'inizio dell'anno si spinse sino a dichiarare che omosessuali sono degli insetti dannosi.
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