La Chiesa di Scozia propore un'apertura ai preti apertamente gay. Insorge la politica
La Chiesa di Scozia ha iniziato a discutere una possibile apertura al sacerdozio per gay e lesbiche, anche impegnati in relazioni di coppia con persone dello proprio stesso. Tanto è bastato per mandare su tutte le furie il mondo politico di Edimburgo, con i movimenti conservatori in prima fila nel minacciare una vera e propria rivolta.
Il parlamentare Alex Johnstone sostiene di non aver dubbi sul fatto che la Chiesa non abbia alcun diritto di interferire con la religione, sostenendo che l'inclusività sarebbe «contro i principi stessi della confessione religiosa». Lo stesso approccio è stato assunto anche dall'area più evangelica, pronta a manifestare «fortissima preoccupazione» per la decisione.
L'impressione è che il mondo politico tema che i vertici religiosi possano togliergli la possibilità di appellarsi a presunte motivazione religiose nel sostenere politiche discriminatorie ad alto impatto elettorale fra le frange più intolleranti della popolazione.
In realtà la riforma è ancora lontana da una sicura approvazione, dato che i favorevoli sono 21 vescovi sui 46 aventi diritto di voto. La possibilità di poter presto vedere sacerdoti apertamente gay è appesa al lavoro di convincimento e di moral suasion avviato dal fronte dei favorevoli, intenzionati a rendere la Chiesa di Scozia una fra le più innovative al mondo in termini di diritti civili.