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L'Uaar sfida le Sentinelle: abbandonino il silenzio e accettino un dibattito pubblico

«Da studenti ci sentiamo in dovere di criticare I numerosi tabù che le istituzioni attuali ci impongono, sebbene non formalmente, riguardo a laicità ed omofobia, tabù che col tempo si ripercuotono sulla società causando discriminazioni; lo studente di oggi è anche il cittadino di domani e noi vogliamo studiare per non crescere bigotti». È quanto dichiara uno dei giovani dell'Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) che lo scorso sabato ha organizzato un evento per le strade di la Spezia con il fine di aprire un dibattito con la popolazione riguardo alla laicità garantita dalla nostra costituzione.
«Riguardo al qui ed ora -ha aggiunto Francesco Salvini - ci preoccupa il vuoto legislativo in materia di lotta all'omofobia dopo l'esclusione di alcune categorie dalla legge Mancino. Allo stesso modo vengono deliberatamente ignorati o resi discutibili (come una qualsivoglia contesa territoriale) diritti che, come ha già ribadito anche la corte costituzionale, non possono più essere procrastinati».

Nelle stesse ore la città ha ospitato anche una delle manifestazioni delle Sentinelle in piedi: «Durante il nostro volantinaggio -aggiunge Salvini- molte persone ci hanno in un primo momento evitato scambiandoci per loro, salvo poi ricredersi quando, al posto del silenzio, incontravano la nostra apertura al dialogo e confronto. Non riteniamo che trenta elementi, in virtù di una cosiddetta libertà di espressione, possano decidere anche per gli altri cosa siano la libertà e la dignità. Il concetto di natura, abbinato per di più ad una parola importante come "famiglia", è di per sé estremamente volatile e volubile, in particolare se inserito in un contesto non biologico o legislativo. La presa di posizione delle sentinelle confonde immobilismo sociale con sicurezza comunitaria, necessaria sì ma solo se consapevole; sotto le loro belle parole, dal sapore vagamente paternalista, si cela un sillogismo capace di tralasciare volutamente il vero significato di famiglia, di parità di sesso, della libertà stessa. Parlando di pericoli, l'unico che trovo sta nel negare alla nostra istruzione quel carattere di inclusività e pluralità che dovrebbe avere; le loro veglie potranno anche essere essere frutto di libertà e tolleranza, ma così facendo si crescerà una generazione di omofobi ed antidemocratici. L'unica vera censura è nel silenzio, voluto o imposto che sia. Parliamone».

L'invito è stato prontamente accolto dal referente provinciale dell'Uaar che ha formalmente invitato ad un dibattito pubblico Francesco Bellotti, presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori e portavoce delle Sentinelle in piedi. L'invito è a «concordare un incontro pubblico, in cui gli stessi temi e le visioni contrapposte possano essere finalmente analizzati in un interessante contesto di libero e civile dibattito, dove il reciproco confronto potrà certamente lasciare spazio a riflessioni costruttive. Dalla nostra esperienza sul territorio a contatto con la gente, abbiamo potuto constatare che la cittadinanza sente più il bisogno di udire il suono di entrambe le campane piuttosto che il vuoto del silenzio o il fragore di certe contromanifestazioni di piazza».

L'invito non appare certo fine a sé stesso, soprattutto se si considera come studi scientifici dimostrino chiaramente come il contatto con le minoranze ed un sereno dibattito sulle questioni per loro rilevanti posas spesso poratre ad un ampio cambio di opinione da parte dei detrattori. E forse non a caso tutti questi gruppi tendono a rimanere chiusi in un ambiente in cui darsi reciprocamente ragione in un crescendo di disinformazione, evitando contatti con realtà che possano portare la testimonianza di come le argomentazioni addotte sono perlopiù basate sul mero pregiudizio di ciò che non si è mai conosciuto.


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