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Reggio Emilia: i cittadini si scagliano contro la propaganda delle Sentinelle

Le Sentinelle in piedi avevano organizzato un incontro presso la parrocchia Regina Pacis di Reggio Emilia ed avevano pubblicizzato l'evento attraverso un manifesto che riportava i loro soliti slogan omofabi ed un indecente accostamento tra omosessualità e pedofilia. L'invito era stato esteso anche agli educatori che lavorano presso la struttura religiosa e tanto è bastato perché un folto gruppo di cittadini e cittadine reggiane decidessero spontaneamente di protestato per i modi e i toni dell'incontro.
La soluzione al trambusto pareva rappresentata dalla disponibilità che alcuni volontari di Arcigay Gioconda avevano offerto nel proporsi per partecipare all'incontro come controparte, in modo tale da garantire un confronto democratico in cui il gruppo omofobo non avesse avuto carta bianca per fornire disinformazione a chi non conosce i dettagli dei temi trattati. Peccato che le Sentinelle abbiano preferito annullare del tutto l'incontro.
«Personalmente avrei anche approfittato dell'occasione per scoprire cosa intendono questi gruppi quando parlano della fantomatica "ideologia gender". Un mistero anche per me che sono vicepresidente di Arcigay Gioconda e delegato all'assemblea di Arcigay nazionale -dice Alberto Nicolini- Ci vogliamo comunque rivolgere alla Parrocchia di Regina Pacis: l'interesse per il tema evidentemente c'’è, e noi diamo piena disponibilità a partecipare in incontri aperti e correttamente moderati. Aggiungiamo che sarebbe anche ora: la signora Cicchellero, responsabile delle Sentinelle reggiane, è stata da me personalmente invitata ben tre volte ad organizzare un confronto aperto alla cittadinanza. Inviti sempre caduti nel vuoto. E comincio a sospettare una certa malafede, quando leggo da parte della signora Cicchellero sui social affermazioni riguardo al fatto che "Arcigay si nega al confronto". Daniela, ogni singola volta che ci siamo visti, ti ho invitato a organizzare un dibattito tra me e te, forti dei nostri ruoli nelle nostre associazioni, a favore della cittadinanza. Se questo è negarsi al confronto...».
Eppure, nonostante i fatti, la stampa locale ha riassunto la vicenda titolando «Il Pd vuole impedire ai parroci di fare il loro mestiere» e descrivendo l'invito al confronto come un rischio di «incursione di militanti gay». Insomma, ancora una volta si sostiene che la libertà di opinione debba valere solo per gli omofobi, facendo vittimismo a fronte di chi chiede semplicemente di poter controbattere alla diffusione di tesi che denigrano la propria dignità.


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