A dieci mesi dai fatti, il presunto omicida di una coppia lesbica non è ancora stato accusato del delitto
Era il 7 marzo 2014 quando i corpi senza vita di Cosby e Crystal Jackson, due lesbiche di 24 anni, sono stati ritrovati nei pressi di un cassonetto di Galveston (in Texas, Stati Uniti). I risultati dell'autopsia hanno evidenziato come Cosby sia morta a causa di un forte trauma alla testa mentre Jackson, madre di una bambina di soli 5 anni, è morta per una ferita da arma da fuoco.
Una settimana più tardi le autorità hanno arrestato il padre di Cosby, il 47enne James Larry Cosby (nella foto), con l'accusa di aver inquinato le prove attraverso lo spostamento dei cadaveri. Le autorità hanno anche dichiarato che l'uomo risultava anche il presunto assassino.
A 40 settimane dal brutale assassinio, però, nessuno è ancora stato accusato dell'omicidio.
«In questo momento crediamo che ci siano abbastanza prove circostanziali per accusarlo di omicidio -dicono gli investigatori- ma noi non siamo quelli che devono processarlo o dimostrarlo. Questo è un compito del procuratore distrettuale».
Si pensa che l'uomo possa aver ucciso la figlia perché riteneva che le sue convinzioni religiose non gli avrebbero mai permesso di accettarne la sua relazione con un'altra donna. Sulla sua copia del Corano sono stati trovati alcuni appuntati riguardanti l'omosessualità e vari testimoni hanno assistito ad episodi in cui l'uomo si era scagliato contro l'orientamento sessuale della figlia. Larry Cosby era uscito dal carcere nell'ottobre del 2013, dopo essere stato arrestato per non essersi registrarsi come molestatore sessuale nonostante due decenni prima fosse stato condannato per aver stuprato una ragazza di 22 anni.
In questo caso, però, sotto accusa sono finiti anche i media. Dopo il clamore iniziale quasi nessuno si è più interessato della questione e si pensa che la brusca frenata delle indagini possa dipendere proprio da un disinteresse della società nel chiedere che sia fatta giustizia.