Al convegno di Maroni c'era anche don Inzoli, esponente ciellino accusato di pedofilia
Lo si vede chiaramente seduto lì in seconda fila, proprio dietro a Roberto Maroni e a poca distanza da Roberto Formigoni: si tratta di don Mauro Inzoli, figura di spicco di Comunione e Liberazione condannato per abusi sui minori e per questo obbligato dal Vaticano a ritirarsi a vita privata.
La denuncia è stata lanciata da Sinistra Ecologia e Libertà, rimasta sbigottita nel notare quella presenza seduta nei posti d'onore del convegno omofobo organizzato dalla Regione Lombardia per tutelare i valori «della famiglia tradizionale».
La scorsa estate il sacerdote ricevette una lettera del Papa che affermava: «In considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli è invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segno di conversione e di penitenza. Gli è inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale».
«Un bel quadretto, non c'è che dire -ha commentato Franco Bordo di Sel- la Regione a braccetto con il prete pedofilo è la ciliegina sulla torta di un convegno che nei fatti si è dimostrato essere omofobo». Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, aggiunge: «Mentre i rappresentanti locali del Nuovo centrodestra mi accusano di arrendevolezza, perché con la maggioranza in consiglio intendiamo garantire il diritto di pregare ai cittadini cremaschi di tutte le religioni, ecco il loro guru, don Mauro Inzoli al convegno omofobo sulla famiglia. Indossare un poco di pudore non sarebbe consigliato, dato un provvedimento ecclesiale già assunto per abusi sui minori ed indagini della magistratura in corso?».
L'episodio rappresenta solo uno dei tanti scandali che hanno accompagnato l'evento, iniziati con un contestatissimo uso del logo Expo e con l'annuncio della presenza di sole associazioni legate da ideologie anti-gay, fra cui anche realtà che promuovono le pericolose e screditate teorie riparative dell'omosessualità. Non è andata meglio con lo svolgimento della manifestazione: abbiamo assistito all'espulsione di uno studente che aveva osato porre domande in contrasto con il pensiero unico proposto, abbiamo ascoltato insulti omofobi gridati in faccia ad un 22enne dall'onorevole Ignazio La Russa, abbiamo visto un clima da torce e forconi verso chi ha opinioni diverse e si sono dovuti subire gli insulti che il governatore Maroni ha riservato agli oltre duemila cittadini che stavano manifestando in una vicina piazza per chiedere uguali diritti per tutti.
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