Cile: il parlamento approva le civil partnership gay


Con 32 voti a favore, 23 contrari e 2 astenuti, la Camera dei Deputati cilena ha approvato il Pacto de Unión Civil che permetterà coppie gay e lesbiche di unirsi in una civil partnership. La proposta di legge era in discussione da ben 11 anni e prevede anche la possibilità di adozione.
Ora la norma dovrà passare dal Senato, ma l'esito appare quasi scontati (un anno fa 28 senatori votarono a favore e solo 6 contro) e la nuova presidente Michelle Bachelet ha già annunciato che irmerà la norma.
«Ventitré anni dopo la prima richiesta di matrimonio gay e dopo undici anni di dibattiti parlamentari, è molto soddisfacente poter riscontrare un risultato», ha dichiarato Ronaldo Jiménez dell'associazione lgbt MOVILH. «Vorremmo dedicare questa giornata, questo momento, a tutte le famiglie gay lesbiche che hanno sofferto sotto il peso di pregiudizi e incomprensione».
L'associazione aveva sporto denuncia nei confronti del precedente governo per aver negato a tre famiglie lgbt la possibilità di sposarsi ma, in tutta risposta, un gruppo di formato da cristiani evangelica e cattolici lì denunciò a sua colta per aver distribuito un libro per bambini che parla di famiglie arcobaleno. Fu un passo falso dato che, per la prima volta nella volta, i giudici cileni si schierarono dalla parte dei diritti lgbt.
Durante il voto gruppi di cristiani evangelici e cattolici hanno protestato davanti al Parlamento, chiedendo che le civil partnership venissero rigettate. Il 70% dei cileni di dichiara cattolico e la seconda emittente televisiva privata del Paese è di proprietà della Chiesa Cattolica.
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