Convegno a Milano: un ragazzo pone una domanda ma viene insultato e trascinato via
Il principale motivo della contestazione al convegno organizzato da Regione Lombardia è l'aver voluto offrire un pensiero unico e privo di un qualunque contraddittorio attraverso la partecipazione di soggetti ideologizzatio che si dessero ragione a vicenda. La gravità p ancor maggiore se si pensa all'importanza del tema trattato, la famiglia, qui utilizzata per propagandare una visione restrittiva che escluda dai diritti e dal riconoscimento sociale qualunque famiglia non corrisponda ad un visione ultra-tradizionalista della stessa (forse non a caso i personaggi intervistati non parlano certo di famiglia, quanto del loro sostenere che l'omosessualità sia «una malattia» o che l'amore fra persone dello stesso sesso sia «una perversione»).
Emblema di questa linea a senso unico è il trattamento che è stato riservato ad uno studente gay 22enne che partecipato al convegno. Salito sul palco durante il momento dedicato alle domande, il suo aver dichiarato che «non sono fuori a protestare perché cristiano» viene accolto dal moderatore quasi come un lasciapassare per poter proseguire. Ma tutto è cambiato non appena ha chiesto ai presenti possano essere certi che i loro figli non siano omosessuali e se sarebbero pronti a sostenere anche con loro le fantomatiche terapie riparative, disconosciute e rischiose per la salute. La domanda è stata più volta interrotta da insulti e fischi, poi il moderatore (Luigi Amicone, direttore di Tempi) ha pure aggiunto: «Sei qui per rompere le balle. Ma vai a cagare!». A quel punto il giovane è stato trascinato a forza via dal palco e nessuno ha risposto alla sua domanda. Poi, come se ciò non bastasse, il 22enne, è stato anche consegnato nelle mani delle forze dell'ordine che hanno proceduto alla sua identificazione.
Il giovane è Angelo Antinori, uno studente originario di Palermo che vive in Lombardia perché studia giurisprudenza all'Università Bocconi. Intervistato dal Corriere della Sera, ha racconta in modo convincente e credibile come il suo unico scopo fosse quello di «aprirsi al dialogo», precisando come abbia atteso il momento ideoneo alle domande solo dopo aver ascoltato tutte le opinioni dei relatori e senza aver mai interrotto nessuno.
«Volevo solo fare una domanda, porre una questione in questi convegni senza contraddittorio, dove temi complessi come l'omosessualità sono presentati con troppa semplicità -dice- I rischi sono che istituzioni come la Regione Lombardia possano avvalorare le teorie che come minimo richiedono contraddittorio».
Incredibilmente anche in questo caso un uomo incappucciato si avvicina ai cronisti e tenta di impedire al ragazzo di spiegare le sue ragioni. «Lo lasci parlare» chiede un giornalista «Vuole parlare solo lui, vuole rompere le balle. Ma va a cag**re» è la pronta risposta dell'uomo.