Cristina Cappellini: «Regione Lombardia porta avanti finalità diverse da quelle promosse dal gay pride»
«Sul Gay Pride personalmente non avrei dato il patrocinio in quanto rappresentante di una maggioranza politica che ha un'idea di famiglia e di società diversa da quella portata avanti da chi promuove i Gay Pride. Manifestazioni peraltro che spiccano spesso per volgarità ed eccessi che non fanno onore alle stesse comunità lgbt. Vorrei specificare che dare un patrocinio ad un'iniziativa significa sostenerla e aderire alle finalità che essa persegue. Quindi non avrei potuto essere favorevole alla concessione del patrocinio perché l'attuale Regione Lombardia è governata da una maggioranza che porta avanti finalità diverse da quelle promosse dal Gay Pride». È quanto dichiarato da Cristina Cappellini, assessore alla cultura di Regione Lombardia in un'intervista rilasciata al sito ultracattolico UCCR.
Sempre in riferimento al convegno oimofobo da lei promosso a nome di Regione Lombardia (con tanto logo Expo sul manifesto), l'esponente leghista ha parlato di «falsificazione e demonizzazione dei contenuti del nostro convegno da parte di alcuni giornali ha creato una spirale di criminalizzazione di posizioni legittime». Peccato che da lì a poco abbia poi ribadito i punti contestati alla manifestazione, sottolineando nuovamente come l'evento pubblico sia stato realizzato per difendere la posizione di una fazione ideologica che si batte per impedire il riconoscimento dei diritti e della dignità delle persone lgbt: «L'opera di denigrazione e repressione messa in atto ad esempio a danno delle Sentinelle in piedi -afferma- le proposte legislative liberticide come il ddl Scalfarotto e la promozione delle lezioni gender nelle scuole sono elementi che rientrano in un preciso piano di progressiva disgregazione della famiglia come nucleo cardine della società in favore della promozione di modelli di famiglia alternativi».
In altre parole, nulla deve essere fatto per fermare l'escalation di violenza omofobica e nulla deve essere tentati per educare i giovani alla diversità (il che certo non significa promuovere fantomtiche lezioni gender, ndr).
Oggi, sabato 17 gennaio dalle ore 14 in Piazza Luigi Einaudi a Milano, è previsto un presidio di protesta contro il convegno che vanta un risultato ancora parziale di quasi cento adesioni tra partiti e associazioni. «Sappiamo di gente in arrivo da mezza Italia -ha dichiarato Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli- sappiamo che sarà una festa per i diritti civili tra impegno ed ironia che è la cifra distintiva de I Sentinelli di Milano. La nostra piazza sarà colorata e pacifica e in alcun modo interessata ad altro che non a contestare la visione omofoba contenuta nel convegno patrocinato da Regione Lombardia».
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