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Dopo Maroni, anche Giovanardi lancia il suo convegno omofobo

Carlo Giovanardi è da sempre sinonimo di omofobia e qualcuno sarà forse rimasto sorpreso nel non aver scorto il suo volto fra gli ospiti del convegno omofobo organizzato in Lombardia da Maroni. Ma in una sorta di gara a chi la spara più grossa contro i diritti dei gay, il senatore ha annunciato di essere al lavoro per dar vita al suo convegno omofobo, organizzato al Senato con la collaborazione di Provita, Associazione italiana genitori, Associazioni genitori delle scuole cattoliche, Movimento per la vita e Giuristi per la vita. Insomma, anche in questo caso i nomi appaiono tutti uniti da un'ideologia ben precisa a garanzia di un comizio a senso unico.
Il titolo è eloquente: "Per una scuola che insegna e non indottrina". Ancora una volta, dunque, è la scuola l'obiettivo di quelle associazioni, da tempo impegnate ad impedire che qualcuno possa mettere in campo qualsiasi strategie volta ad insegnare il rispetto della diversità.
Nel volantino si legge: «In molte scuole vanno diffondendosi, senza informare i genitori, progetti educativi affidati ad associazioni lgbt tesi a promuovere una visione della famiglia contraria a quanto affermato dalla Costituzione e una formazione sulla sessualità basata sull'ideologia del gender. Fondi pubblici destinati ad una "strategia contro le discriminazioni" vengono destinati dall'Unar a questo scopo. A partire dalle scuole dell'infanzia si utilizzano perfino libri di fiabe attraverso i quali si vogliono rieducare gli studenti a considerare il proprio sesso biologico modificabile in qualsiasi "genere" e ad equiparare ogni forma di unione e di "famiglia". In Senato vi è una recente proposta di legge che vorrebbe stanziare centinaia di milioni di euro per la diffusione dell'ideologia gender nelle scuole».
Insomma, le rivendicazioni sono le solite: l'ufficio anti-discriminazioni non deve occuparsi di discriminazioni, la Costituzione rivendicherebbe una superiorità della famiglia eterosessuale (un vero e proprio evergreen di Giovanardi), i bambini devono essere trattati come giocattoli nelle mani dei propri genitori e nessuna informazione deve contrastare con i pregiudizi inculcati dalla famiglia.
Riguardo alla norma citata, il quartetto sta anche raccogliendo firme per cercare di impedirne l'approvazione. Peccato che la norma non sia mai neppure stata discussa (e neppure vi è una qualche certezza che giunga mai in aula) e gli intenti siano un po' diversi da quelli illustrati. Un comma propone di introdurre nelle scuole «l'insegnamento a carattere interdisciplinare dell'educazione di genere finalizzato alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per la realizzazione dei principi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea» in piena attuazione dei principi costituzionali.


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