Si vuole combattere il terrorismo o alimentare il razzismo?
Va premesso che l'affermare che tutti gli islamici sono terroristi è un'assurdità. Sarebbe come voler sostenere che tutti i cattolici siano Sentinelle in piedi, sorvolando sul fatto che in realtà si tratti in entrambi i casi di minoranze. Certo, violente, pericolose ed intolleranti, ma pur sempre minoranze. Il rischio che si sta osservando in questi giorni è la corsa allo sfruttamento della sete di vendetta dei cittadini dopo la strage del Charlie Hebdo possa risultare un'occasione per generalizzazioni ideologiche e politiche.
Un esempio ci giunge dalla cronaca di ieri. In mattinata il ministro degli Interni Alfano ha dichiarato che «Moschee e luoghi di culto non sono trascurati nell'attività di intelligence investigativa», precisando come «ovviamente il monitoraggio è reso difficile dal fatto che in molti casi il culto viene effettuato in locali non idonei» Giusto nelle stesse ore, Metteo Salvini è sceso per le strade di Milano e, accompagnato anche da circa 500 militanti di Casa Pound, ha manifestato contro la costruzione di una moschea cittadina e per sostenere che l'immigrazione clandestina sia fonte di terrorismo.
Peccato che quelle siano entrambe campagne che la Lega sostiene da anni (peraltro con le motivazioni più variopinte) e che il collegamento con la strage di Parigi appaia solo un mero pretesto. Stando alle parole del ministro Alfano, infatti, quell'azione avrebbe l'unico obiettivo di impedire che l'intelligence possa monitorare le attività delle moschee (la loro mancata costruzione sposterebbe semplicemente le attività in luoghi ignoti che renderebbe più complicato capire se attività svolte siano di culto o di istigazione all'odio). E questo senza parlare di come la generalizzazione proposta possa portare ad un aumento del razzismo.
E allora perché mai bisognerebbe suggerire una soluzione che i servizi segreti descrivono come la principale fonte del rischio? I timore è che l'unica spiegazione sia rintracciabile nella richiesta di vendetta e nel sentimento razzista di una parte dell'elettorato. Per non parlare di quanto sia difficile credere che davvero si possa pensare che una famiglia possa investire tutti i propri risparmi ed imbarcarsi in un viaggio della speranza alla ricerca di un futuro migliore per la propria famiglia solo per divenire terrorista (anche perché quelli generalmente viaggiano comodamente seduti a bordo di normalissimi aerei di linea).
La vendetta sarà pur popolare fra l'elettorato, ma una democrazia matura dovrebbe ben sapere che un'escalation di violenza rischia di risultare inarrestabile e che le generalizzazioni possono condurre solo a quel risultato. In fondo la guerra palestinese è sempre lì a ricordarci come le violenze abbiano portato a perdite così significative ad entrambi i fronti da non permettere che la popolazione sia disponibile a non vendicare i propri cari.
Altrettanto certo è che è veramente preoccupante assistere a servizi giornalistici che ci mostrano Boghezio che posa davanti ai fotografi mentre affigge volantini anti-islam sulle vetrine dei negozi di kebab, proponendo un'immagine che ricorda troppo da vicino l'atteggiamento sostenuto dai nazisti nei confronti degli esercizi commerciali ebraici.