Un altro ex-gay abbandona il gregge: «Sono gay e mi sento a mio agio per ciò che sono»
Randy Thomas è un ex-ex-gay. Le sue convinzioni religiose lo avevano spinto a vivere con difficoltà la propria sessualità e lo avevano spinto a rivolgersi ad uno di quei gruppi che sostengono di poter modificare l'orientamento sessuale delle persone attraverso teorie prive di ogni fondamento (ossia le stesse sostenute dagli integralisti che Maroni sta promuovendo in questi giorni).
Ed è così che Randy Thomas si è convinto che per piacere a Dio sarebbe dovuto necessariamente essere eterosessuale, avrebbe dovuto amare una donna e avrebbe dovuto offrire la propria testimonianza sull'infallibilità delle cosiddette terapie riparative. È stato un attivista ex-gay ed è anche lavorato per la Exodus International (ai tempi la più grande struttura statunitense per la "cura" dell'omosessualità, ora chiusa dopo un'ammissione di colpa riguardo alla falsità e all'inefficacia delle teorie sostenute).
Attraverso le pagine del proprio blog, l'attivista ex-gay ha ora scelto di fare coming out e di dichiarare: «Sono gay». Il percorso verso l'accettazione della realtà è iniziato con la morte di un suo compagno di viaggio, un aspirante ex-gay che si è suicidato perché la sua sessualità non risultava compatibile con l'ideologia religiosa che i suoi "terapeuti" volevano inculcargli.
«La sua morte è stata scioccante -ha raccontato Thomas- e ancora piango la sua scomparsa. Michael aveva gravi problemi che hanno contribuito al suo suicidio, e so che anche che stava lottando con la sua fede e la sua sessualità. La sua morte mi ha scosso e ho posto al mio cuore tutte le domande che non avevo mai osato farmi. La verità è che la mia attrazione sessuale primaria è nei confronti degli uomini».
L'uomo ha poi chiarito come «scrivere questo è una cosa che sento di dover fare per la responsabilità personale del mio viaggio passato e voler essere onesti sulla realtà attuale. Anche se ho chiesto scusa alla comunità gay e ho ritrovato la mia identità da giovane gay, non sono sicuro che tutti accetteranno le mie scuse. Non fatico a capire la riluttanza da parte di alcune persone data la mia storia. Detto questo, sto facendo tutto questo perché sento che sia la cosa giusta da fare. Sono gay. Mi sento a mio agio per ciò che sono».