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Conchita Wurst a Sanremo, condgedata dopo quattro minuti di domande inutili (tutte parlando al maschile)

Sette minuti. È questo il tempo che il Festival di Saremo ha concesso al Conchita Wurst, la vincitrice in carica dell'Eurofestival. Sul palco l'artista ha interpretato suo nuovo singolo, dal titolo "Hero", poi le si sono dedicati solo quattro minuti per l'intervista di rito.
A dir poco imbarazzanti sono state le domande postele da Carlo Conti, attentissimo ad utilizzare sempre il maschile nel rivolgersi a lei. Si è andati dal «dimmi la verità, quella barba ti ha aiutato a vincere» a «il tuo nome d'arte l'hai scelto a caso o ci hai pensato» Ampio spazio è stato dedicato anche all'informarsi sul perché si fosse fatta tatuare il volto della madre sulla schiena. Insomma, tutto purché non si toccasse alcun tasto che potesse risultare poco gradito ai cattolici.
Il peggio si era iniziato ad intuire quando è stato comunicato che l'esibizione di Conchita Wurst era stata relegata in terza serata (dopo mezzanotte) il più lontano possibile dalla fascia protetta manco si trattasse di un'esibizione che non dovesse essere vista dai bambini. Facile è immaginare che nella scelta possano aver avuto una forte influenza le lamentele gratuite dei cattolici, già premiati ieri con la presenza sul palco -in un orario decisamente più favorevole e durante il massimo picco di ascolti- la presenza di una famiglia numerosa e molto apprezzata dai cattolici dato il loro voler sostenere che i loro 16 figli non fossero il frutto del sesso ma un dono dello Spirito Santo.
Ben diverso è stato invece l'atteggiamento che le medesime testate hanno riservato alla Wurst, al punto che Famiglia Cristiana si era addirittura spinta a sostenere che una cantante che canta al festival della canzone è decisamente fuoriluogo, contrariamente allo spot che invitava a non usare il preservativo e a non preoccuparsi delle conseguenze di una gravidanza dato che poi ci penserà la Provvidenza (al massimo i figli moriranno di fame o dovranno andare a lavorare in cantiere anche se avrebbero voluto fare l'università, ndr).
Da notare è anche come Carlo Conti abbia più volte ribadito che la Wurst si trovava lì esclusivamente perché è la vincitrice di un festival a cui parteciperà il vincitore di Sanremo, lasciando intendere chiaramente che a nessuno interessasse farla parlare per ciò che rappresenta nella comunità lgbt.


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