Due lesbiche si abbracciano durante un saggio di canto: il parroco le caccia (e chiama pure i carabinieri)


Francesca e Sara erano fra il pubblico di un saggio di canto nella parrocchia di Sala Baganza, in provincia di Parma. Dato che alcune coppie si erano abbracciate, anche loro hanno deciso di stringersi l'una all'altra. Quel gesto ha scatenato le ire del parroco che ha le ha aggredite dicendo: «O vi staccate immediatamente o dovete andarvene, ci sono anche dei bambini qui». Le due hanno chiesto spiegazioni ma il religioso ha iniziato a spintonarle verso il cortile.
A quel punto Francesca e Sara hanno deciso di andarsene insieme ai loro amici, ma il parroco ha ritenuto di dover chiamare i carabinieri. Gli agenti dell'arma sono giunti sul posto e, una volta ascoltate le lamentele del sacerdote, hanno chiesto scusa alle due ragazze e le hanno augurato di riuscire a trovare il coraggio per affrontare queste situazioni.
«Denunciamo, ancora una volta il modo violento e discriminatorio in cui viene attaccato il diritto fondamentale di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale -affermano le associazioni Certi Diritti, L'Ottavo Colore e Agedo- vogliamo qui ricordare che la Corte Costituzionale ha chiarito oltre tre anni fa che gay e lesbiche "Hanno il diritto fondamentale di vivere liberamente la loro condizione di coppia", quindi anche di baciarsi e tenersi per mano per strada, se lo desiderano. Che niente se non la becera ignoranza e il pregiudizio più medievale possono giustificare la violenza verbale o fisica nei confronti di una coppia gay o lesbica. Che scagliarsi apertamente contro queste ragazze non esprime in realtà alcun valore morale o etico, ma al contrario solo disprezzo e disgusto per una popolazione che reclama libertà, dignità e protezione dalla violenza. Ancor peggio se questo atteggiamento è assunto da un prete che dovrebbe per la sua missione includere le persone,non perseguitarle e rendersi conto che dietro alle parole ci solo vite di persone, ci sono famiglie che vanno rispettate i cui figli e figlie non sono bersagli da colpire. Questi gesti non saranno più ignorati. Dietro ogni persona discriminata, ci saranno la famiglia, gli amici e sempre più cittadini pronti a reagire, a denunciare, a lottare. Papa Francesco ha pronunciato queste parole: «"Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l'omosessualità. Io allora risposi con un'altra domanda: Dimmi, Dio, quando guarda una persona omosessuale, ne approva l'esistenza con affetto o la respinge condannandola?". Il parroco ha fatto la sua scelta».
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