Già nel 1935 Sigmund Freud sosteneva che l'omosessualità non era una malattia
Se nel 2015 ci sono giornali cattolici pronti a sostenere che le fanomatiche «terapie di convesione dell'omosessualità» siano una questione controversa, si è scoperta una lettera scritta nel 1935 da Sigmund Freud scritta che può sfatare tutto questo.
Il padre famoso della psicoanalisi rispose ad un genitore che era preoccupato per l'omosessualità del figlio. Freud scrisse come essere gay «non è niente di cui vergognarsi» e che «non può essere classificato come una malattia». Citò anche nomi come Platone, Michelangelo e Leonardo da Vinci, ricordando come «molti dei uomini più grandi» della storia fossero gay.
Nonostante contempli l'idea che la terapia di «conversione» sia possibile, Freud suggerisce l'analisi in modo da portare all'accettazione di sé stessi a «alla pace della mente».
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato l'omosessualità come un disturbo mentale sino al 1990. La lettera, scritta originariamente nel 1935, è stato spedita ad Alfred Kinsey e poi pubblicata sull'American Journal of Psychiatry nel 1951.
Di seguito ecco il testo integrale della lettera che, nonostante faccia riferimento a teorie sorpassate, appare molto più moderna e scientifica di tante teorie che ancor oggi vari gruppi cristiani vorrebbero sostenere:
Cara signora,
deduco dalla tua lettera che suo figlio è un omosessuale. Io sono molto colpito dal fatto che non si usi mai questo termine in tutte le informazioni che mi ha fornito su di lui. Posso chiedere perché lo ha evitato? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non è nulla di cui vergognarsi, non è vizio e non è un degrado; essa non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un certo arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili dei tempi passati e moderni sono stati gli omosessuali, alcuni sono stati i più grandi uomini della loro epoca (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci...). Si tratta di una grande ingiustizia il perseguitare l'omosessualità come un crimine, una una crudeltà. Se non mi credete, leggete i libri di Havelock Ellis.
Suppongo che l'aiuto che mi chiede è nel chiedermi posso abolire l'omosessualità e sostituirla con l'eterosessualità. La risposta è che non possiamo promettere di riuscirci. In un certo numero di casi riuscire a sviluppare i germi delle tendenze eterosessuali, nella maggior parte dei casi presenti in ogni omosessuali, non è più possibile. Il risultato del trattamento non può essere previsto.
Si può proseguire su una linea diversa attraverso l'analisi. Se è infelice, nevrotico, lacerato da conflitti, inibito nella sua vita sociale, l'analisi può portargli armonia, la pace della mente, piena efficienza, sia che resti omosessuale o venga cambiato. Se pensate che debba fare analisi con me, deve venire a Vienna. Non ho alcuna intenzione di trasferirmi da qui. Tuttavia, le chiedo di non trascurare di darmi una risposta.Cordiali saluti con i migliori auguri,
Freud
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