Gli omofobi in Senato: l'affetto fra due uomini è paragonabile a quello per un cane
Su richiesta del sanatore Carlo Giovanardi, la Commissione Giustizia al Senato ha dedicato una sessione di lavoro all'ascolto delle argomentazioni sostenute dalle varie associazioni che si oppongono al riconoscimento delle unioni gay (alcune delle quale fondate solo pochi mesi fa ed aventi come unico obiettivo il contrasto della norma in discussione). L'audizione era inclusa nel dibattito riguardante la proposta di legge che dovrà regolamentare le unioni civili ed ha visto la partecipazione di realtà come il Moige, la Manif Pour Touis Italia e i Comitati Sì alla Famiglia.
C'è da chiedersi se ci sia una totale assenza di motivazioni o se ci sia un perverso piacere nel lanciarsi in offese gratuite, ma di certo durante quella seduta si è sentito di tutto fuorché una qualche osservazione degna di attenzione.
La dottoressa Dina Nerozzi (medico psichiatra del comitato Articolo 26) si è lanciata nel sostenere: «Va chiarito che cos'è "vincolo affettivo". Io ho affetto per il mio cane ma che significa?».
Federica Bonomi (del comitato Di mamma ce n'è una sola) ha dichiarato che «Con questa logica non c'è ragioni per non riconoscere unioni multiple o fra specie diverse» mentre Federica Bonomi (anche li del comitato Di mamma ce n'è una sola) ha preferito sostenere che l'utero in affitto rende la donna un contenitore, che non tutto ciò che è possibile è accettabile e che il ddl rischia di essere discriminatorio verso coppie sposate. Ha anche precisato che la fede non c'entra dato che anche i laici concordano con lei (sarà, ndr) ma l'importante è che non vengano tolte risorse alle famiglie per essere dati ad altri tipi di unione.
La Manif Pour Tous Italia ha puntato sul sostenere che il disegno di legge Cirinnà «è incostituzionale e che ogni bambino ha bisogno di una mamma e di un papà, e chiunque dica che la scienza ha dimostrato che non è vero dice una sciocchezza». Non è chiaro se a sostegno di questa tesi abbiano portato lo screditatissimo studio Sullins, così come il riferimento alle adozioni pare volto a sostenere che un bambino che vive con due papà non debba poter essere riconosciuto in modo da diventare orfano se succedesse qualcosa al genitore biologico (insomma, cattiveria vera e propria giocata sulla pelle dei minori).
Inaccettabili sono state anche le parole di Mario Binasco, docente di psicologia e psicopatologia dei legami familiari e membro della sezione italiana dell'Ecole Européenne de Psychanalyse, che ha paragonato il ddl alla cellula terroristica dell'Isis: «Qualcuno pretende di negare la realtà e piegarla ad una regola astratta, con la stessa logica dei campi di concentramento, ma questo non è possibile. Il riconoscimento della forma matrimoniale con altro nome, previsto dal ddl Cirinnà, tende a distruggere il riconoscimento e l'appoggio sociale ai legami umani, quelli che prendono in conto le differenze e il futuro, come sono i legami familiari originari. Prevalgono istinti di morte. l'Isis non è poi molto diverso».
Il Senatore Sergio lo Giudice e la Senatrice Monica Cirinnà hanno abbandonato l'aula dopo l'inaccettabile paragone fra il partner di una coppia di fatto ed un cane. La settimana prossima il testo Cirinnà sarà votato e avrà inizio la fase emendativa, probabilmente la più pericolosa dato che gli estremisti cattolici potrebbero tentare il tutto per tutto pur di affossare o stravolgere il testo.