Il reverendo James Manning: «Justin Bieber è un transessuale che oggi rivorrebbe i suoi seni»

James Manning è un pastore cristiano presso la Atlah Worldwide Missionary Church di New York City. Noto per le sue posizioni anti-gay, nelle ultime settimane si è cimentato un una serie incredibile di sparate. Si è detto assolutamente certo che le caffetterie di Starbucks aggiungano «sperma di sodomiti» al proprio caffè (con il rischio che una donna possa rimanere incita bevendolo), che l'ex presidente statunitense George HW Bush ha avuto «rapporti sessuali anali con centro uomini, che tutti i gay americani «diventeranno cannibali» entro l'anno prossimo e che gli islamici siano giustificati per le esecuzioni degli omosessuali.
Nel corso del suo programma televisivo di venerdì scorso, il reverendo ha sostenuto che Justin Bieber sarebbe un transgender che «ha gettato la sua vita a vent'anni» e che oggi «vorrebbe non essersi fatto tagliare i seni». Il tutto per argomentare un discorso delirante volto a convincere i genitori ad opporsi con ogni mezzo ad eventuali operazioni chirurgiche di riassegnazione del sesso per i propri figli.


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