Il Senato dell'Indiana ha approvato una proposta di legge che garantirà il diritto alla discriminazione

«Se qualcuno mi dovesse chiedere qual è il pilastro più importante della nostra democrazia, risponderei che è la libertà religiosa». È quanto sostenuto dal senatore Scott Schneider per sostenere la necessità di introdurre una norma che garantisca il diritto alla discriminazione nel nome delle proprie convinzioni ideologiche. I diritti umani diventano dunque meno importanti del fanatismo, in un clima che parrebbe ricordare molto da vicino le ideologie di gruppi estremisti come l'Isis.
La dichiarazione è stata rilasciata nel corso del dibattito sull'introduzione di una norma che permetterebbe a qualunque imprenditore di poter rifiutare beni o servizi alle persone che si reputano non meritevoli di diritti sulla base delle proprie convinzioni religiose. Insomma, e un gay vorrà comprare una torta, il commerciante potrà tranquillamente negargliela citando la Bibbia.
Eppure le implicazioni sono tante. Sino a pochi anni fa la schiavitù veniva veniva legittimata attraverso la citazione delle Sacre Scritture e non c'è motivo per cui qualcuno non possa citarla ancor oggi per legittimare il razzismo o l'antisemitismo. E se i diritti civili sono meno importanti della libertà religiosa, perché mai non si dovrebbe poter commettere un omicidio se si sosterrà che è stato commesso per volere di Dio? E che fine faranno quel 20% di reati d'odio che vengono oggi compiti nei confronti di persone che hanno un'altra religione, diverranno leciti?
Fatto sta che, con 40 voti a favore e 10 contrari (tutti i democratici), la norma che legalizza la discriminazione è stata approvata e dovrà ora essere votata anche dalla camera. Persino la Camera di Commercio si era espressa contro la norma, convinta che l'approvazione di una legge così ideologica finirà con il danneggiare l'economia nazionale.

Una norma simile era stata proposta anche in Arkansas, venendo poi fortunatamente respinta direttamente dalla Commissione Giustizia del Senato. Anche in quel caso la norma sulla fantomatica «protezione di coscienza» era stata fortemente voluta dal governatore repubblicano Asa Hutchinson e avrebbe colpito direttamente i diritti fondamentali dei gay e delle lesbiche che vivono nel Paese.


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