Italia Cristiana vuole boicottare Sanremo per la presenza di Conchita Wurst


Italia Cristiana è un piccolo movimento politico romano vicino a Militia Christi, già responsabile della denuncia contro il sindaco di Roma Ignazio Marino per le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso (presentata proprio a firma di Fabrizio Verduchi, presidente del movimento).
Nel loro mirino è ora finito anche Sanremo, considerato reo di aver invitato la vincitrice dell'Eurofestival Conchita Wurst e pertanto meritevole di un boicottaggio. A loro dire, infatti, il solo fatto di permettere ad una drag queen di esibirsi costituirebbe una non meglio precisata «propaganda gender-omosessualita» che rientrerebbe nella «dittatura omosessualita» che governa l'Italia.
Dato che la loro proposta non ha riscontrato il plauso che si aspettavano, è dalle pagine di Facebook che il gruppo politico si è appellato al vittimismo tanto caro ad Adinolfi e ai vari movimenti omofobi, al punto da sostenere si essere stati vittima di «intimidazioni da parte dei sostenitori dell'ideologia gender-omosessualista, questo è solamente un anticipo della dittatura che avranno se passa il ddl sull'omofobia». Ovviamente non è chiaro cosa centri un decreto contro i reati omofobi con la possibilità di boicottare qualcosa, così come appare curioso il voler sostenere che chiunque la pensi in modo diverso sia necessariamente da ritenere un personaggio ideologizzato e non una persona libera di pensarla come meglio crede. Curioso è anche come si possa sostenere un simile tesi dopo essere ricorsi al termine "omosessualista", ossia una parola che non esiste in italiano se non come accezione dispregiativa.
Già lo scorso anno Militia Christi si scagliò contro la partecipazione a Sanremo di Rufus Wainwright, con tanto di una denuncia formale presentata dai Giuristi per la vita, perché ritenuto blasfemo sulla base di una errata interpretazione di un titolo di una sua canzone.
L'appello di Italia Cristiana è stato prontamente rilanciato anche da La Croce di Mario Adinolfi che, come ormai sua consuetudine, sostiene che la protesta contro la Rai debba essere condotta attraverso «l'acquisto» del suo giornale (in un susseguirsi di appelli in cui si paventa una finta miccia e si chiede il pagamento di una sorta di pizzo per ottenere una finta protezione).
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