Italia, Francia e Germania rispondono all'appello russo per il contrasto ai diritti gay
È sempre più forte l'influenza russa nella nuova ondata omofoba che sta colpendo l'Europa. Solo pochi giorni fa l'associazione ProVita ha realizzato uno spot di promozione all'odio utilizzando una serie di immagini tratte proprio da un video propagandistico russo, risultando persino un po' patetici nel palesare di nona avere la benché minima idea della provenienza di immagini che si sarebbero dovute riferire alla scuola italiana (tant'è che le argomentano senza citare nomi o luoghi, preferendo parlare genericamente di immagini «prese da un gay pride piuttosto importante» e da «una lezione di educazione sessuale in un civilissimo paese europeo»... insomma, non hanno la benché minima idea di cosa siano!).
In Francia i responsabili della Fondazione Lejeune e della Manif Pour Tous sono stati inviati a Mosca per un incontro di alcuni giorni volto a definire «le strategie da adottare in difesa della famiglia tradizionale e dei diritti dei bambini». Il tutto è stato seguito con interessa anche da alcuni esponenti della Chiesa Ortodossa, al punto che il rappresentante del Patriarcato di Mosca ha dichiarato apertamente come tutto sia stato organizzato «in modo che i francesi possano trovare dei partner in Russia con cui cooperare nella difesa dei valori della famiglia». Un giro di parole per parlare di strategie volte a limitare o negare i diritti delle persone omosessuali.
Persino in Germania, dove l'omofobia risultava pressoché sconfitta, è dal nulla che spuntata la signora Beatrix von Storch. Europarlamentare del partito tedesco AfD, sta raccogliendo grandi consensi attraverso proclami contro l'euro, contro l'Islam, contro l'immigrazione e contro i diritti gay. Anche nel suo caso la Russia di Putin viene esaltata come una sorta di terra promessa alla quale aspirare.