La diocesi di Trieste dichiara guerra allo Stato contrto quella che definisce «ideologia gender» nelle scuole
La diocesi di Trieste ha deciso di dichiarare guerra allo Stato e, attraverso un imbarazzante documento pubblicato dalla commissione "Vittorio Bachelet" per l'educazione cattolica, ha pubblicato un documento dal titolo "Identità sessuale, vita e famiglia: i compiti educativi della scuola". L'obiettivo è di contrastare quella che loro chiamano «ideologia gender» all'interno della scuola pubblica.
La modalità con cui il documento è stato redatto è la consueta: si inizia nel premettere che tutti meritino rispetto, salvo poi iniziare a sostenere che «orientamenti e linee guida di organismi internazionali, come l'OMS, o nazionali, come quelle del Dipartimento Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio, spesso orientano in modo ideologico questi corsi e propongono ai bambini e agli adolescenti in forma precoce atteggiamenti e convincimenti deformanti la loro personalità».
Le stesse persone che impongono segni religiosi in strutture laiche, che chiedono che i bambini mussulmani vengano obbligati a costruire presepi o che lamentano l'assenza di carne di maiale nei menu di chi ha credenze religiose diverse dalle loro (per non parlare delle lezioni condotte nelle scuole da insegnanti di nomina vescovile pagati dalla collettività) non hanno dubbi nel sostenere che le scuole non debbano occuparsi di contrasti al bullismo perché «L'idea esibita è di combattere il bullismo omofobico, ma l'obiettivo vero è di educare secondo l'ideologia dell'indifferenza sessuale».
Il dito viene puntato anche verso tutta un'altra serie di attività: «Sempre più spesso -dicono- i testi scolastici delle materie scientifiche, in particolare le parti concernenti la biologia e la fisiologia, sono riscritti con grandi aperture all'ideologia del gender. Film, video, testi per rappresentazioni teatrali sono ampiamente presenti nelle scuole e utilizzati. Per certi versi esiste la possibilità che l'intera cultura trasmessa venga riplasmata in funzione di questa ideologia, compresa l'arte e la letteratura».
La soluzione proposta al termine di una serie di accuse imbarazzanti è ancora più imbarazzante: «Uno sforzo deve essere fatto anche per far comprendere la dimensione sociale e politica, e non solo di morale individuale, della ideologia del gender affinché si riconosca che le leggi e le politiche non possono assecondare desideri individuali, ma li devono orientare alla luce del vero bene comune. La luce della rivelazione cristiana, trasmessa dalla tradizione e insegnata dalla Chiesa, aiuta la ragione e la volontà umana a conoscere più a fondo la verità dell’uomo e della vita sociale anche a proposito di questi argomenti».
Insomma, lo Stato le smetta di occuparsi dei cittadini e segua alla lettera le decisioni della Chiesa Cattolica, senza discutere e senza permettersi di voler garantire diritti alle persone che sono vittima delle continue crociate ideologiche lanciate da persone che dovrebbero iniziare a leggere i Vangeli anziché sventolarli come un'arma.