Pavia: gli negano il rinnovo della patente perché gay
L'incredibile storia ci giunge da Pavia, dove un 28enne si è visto negare il rinnovo della patente perché il medico dell'Asl avrebbe sostenuto che il suo essere omosessuale lo rendesse «non idoneo alla guida». Non è la prima volta che accade e solamente poche settimane fa fa si era chiusa una lunga vicenda giudiziaria che aveva portato la Cassazione a richiedere un maxi-risarcimento per un gay siciliano a cui era stato riservato il medesimo trattamento.
Il deputato Alessandro Zan (Pd) ha presentato oggi un'interrogazione parlamentare sull'accaduto: «Stando a quanto ha reso noto il ragazzo -afferma Zan- il medico della Asl di competenza, cui si sarebbe rivolto per il primo rinnovo decennale della patente di tipo B, lo avrebbe dichiarato inidoneo alla guida in conseguenza della sua omosessualità, nonostante durante la visita non sia risultato affetto da alcuna patologia di rilievo che potesse in qualche modo pregiudicare la propria capacità di condurre veicoli a motore. Ciò ha inevitabilmente comportato il diniego al rinnovo della patente da parte della Prefettura di Milano l'inizio di un iter giudiziario che comporterà oneri e spese al giovane».
Flavio Romani, presidente di Arcigay, parla di «una vicenda che ha dell'incredibile e che, se confermata, ci restituirebbe il ritratto di una vera e propria vessazione di Stato ai danni di una persona omosessuale. Solo poche settimane fa la Corte di Cassazione si era pronunciata su una vicenda del tutto analoga, stabilendo non solo l'illegittimità di quel rifiuto ma anche il danno provocato alla persona che ne era stata destinataria e che per questo dovrà essere adeguatamente risarcita. Nonostante quella sentenza e soprattutto a dispetto dell'articolo 3 della nostra Carta costituzionale, un altro funzionario pubblico, un medico del servizio sanitario nazionale, e di conseguenza la prefettura di Milano, mettono in campo un altro provvedimento del tutto simile a quello sanzionato dalla Suprema Corte, ideologico, illegale e profondamente lesivo della dignità di un cittadino. Questo perseverare ha del diabolico: siamo di fronte a un atto sfacciatamente persecutorio che forza qualsiasi regola e indebolisce lo Stato e le sue istituzioni. Per questo, nell'attesa che i Ministri competenti rispondano nel merito all'interrogazione depositata dall'onorevole Zan, chiediamo il fermo intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché nel suo ruolo di garante della Costituzione faccia ciò che è necessario per ristabilirne il pieno rispetto».
Update: sulla vicenda sono emersi importanti sviluppi che mettono in dubbio la veridicità della vicenza, non tanto perché il ragazzo abbia mentito ma perché pare che non esista del tutto. La notizia era stata lanciata da Agitalia e, qualora si rivelasse effettivamente falsa, tante sarebbero le domande riguarderebbero le motivazioni che hanno spinto alla diffuzione di una versione fasulla di un vero caso di omofobia recentemente giudicato dalla Cassazione.