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Per Il Mattino di Padova è «choc» un libro in cui si parla di omossesualità e fede cattolica

Forse non saremo ai livelli de Il tempo che lo scorso anno parlò del coming out di Ian Thorpe titolando «Lo squalo era un pesciolino rosa», ma di certo non è di facile digestione anche il titolo scelto daIl Mattino di Padova nel parlare di un libro che affronta concilia omosessualità e fede cattolica. Il titolo scelto è: «Coniugare amore gay e fede: libro choc di due studiosi padovani».
Sperando che il quotidiano non voglia sottintendere che i cattolici siano rappresentati da Adinolfi o Forza Nuova (e qui basterebbe leggere la quarta di copertina dei Vangeli per sapere che Gesù li avrebbe cacciati dal tempio), proprio non si capisce che cosa ci sia di «choc» in un volume che invita i Vescovi a riflettere su una serie di punti ormai sdoganati da tanti gruppi cristiani.
Quando si parla di «omofobia della Chiesa» il riferimento è a dogmi sociali che impongono discriminazioni basate su concetti che ci permetterebbero tranquillamente di ritenere che sia gravissimo mangiare l'aragosta o che sia da ritenersi una «famiglia naturale» quella basata sullo stupro o l'acquisto di una donna. Tant'è vero che a scrivere le motivazioni non è un qualche opinionista della D'Urso che vuole dare libero sfogo ai propri pregiudizi, ma due autori noti a livello nazionale: Paolo Rigliano per la parte psicoanalitica e Giannino Piana per la parte teologica. Insieme hanno voluto interrogarsi sull'amore omosessuale sino ad addentrarsi nella sfera dell'erotismo, offrendo una panoramica di tutta la sua complessità e integralità in una prospettiva basata su aspetti della dottrina cattolica e della scienza psicoanalitica. Il tutto in «un'ottica di un dibattito pacato, serio e senza polemiche, che sappia abbattere le barriere ideologiche che ancor oggi impediscono al mondo omosessuale e a quello cattolico di parlarsi senza scontrarsi».
E allora cosa c'entra il titolo. Perché si è ritenuto di dover alimentare la falsa credenza che un gay non possa credere in Dio se non è disposto ad accettare il modo in cui è stato creato? Perché mai dovrebbe opporsi al progetto che Dio ha voluto per lui?


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