Razzi se la canta e deride gli italiani


Antonio Razzi è finito alla ribalta delle cronache per la presunta compravendita di Senatori da parte di Silvio Berlusconi nel 2011, ha più volte ribadito di essere in Parlamento solo per farsi «i cazzi miei», approva l'operato del dittatore nordcoreano Kim Jong-un e nel 1994 è stato nominato Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Se tanto non bastasse per farci vergognare, Razzi è anche l'attuale segretario della Commissione esteri al Senato eppure, al posto di occuparsi della grave situazione libica, pare abbia preferito mettersi a cantare in una sorta di sfottò agli italiani.
Il testo è una continua rivendicazioni di una politica che si occupa solo di riempirsi le tasche senza minimamente preoccuparsi del bene pubblico. «Sono stato eletto senatore anche perché di fame si muore» dice Razzi. «Chiedo solo un rimborso spese per arrivare alla fine del mese».
Il politico si vanta anche di non sapere nulla delle leggi in discussione («del jobs act non so niente») e di non essere minimamente interessato al Paese («caro amico te lo dico da amico, io penso a li cazzi miei»), riassumendo tutto in un insopportabile ritornello: «Famme cantà, fammi lavorare, famme cantà, famme magnà».
Eppure è lì a rappresentarci e a scegliere per noi. Sarà anche lui a decidere la sorte dei progetti di legge sulle unioni civili (nonostante lo scorso giugno si lanciò nel sostenere che «gay ci si diventa, non è che ci si nasce», mostrando tutta la sua ignoranza verso quelli che lui definisce «gli uomini sessuali»). E poi ci si stupisce se l'Italia va a rotoli e se siamo sull'orlo del baratro?

Clicca qui per ascoltare il video musicale realizzato da Razzi.
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