Secondo Il Giornale, i «frociazzi italiani» se ne stanno nelle darkroom e se ne infischiano dei «ricchioni» siriani

Nino Spirlì è un autore di programmi televisivi inutili come Forum o La Fattoria, ma è anche un opinionista de Il Giornale. Ed è da quel palcoscenico che si è lanciato uno fra gli articoli più volgari, offensivi ed inaccettabili dell'ultimo periodo.
L'uomo se la prende con i «froci italiani» che, a suo dire, non si occuperebbero a sufficienza dei «froci catturati dai boia neri dell'Islam» quasi «come se non fossero ricchioni anche loro». Tra tanti insulti e volgarità appare quasi impossibile seguire il filo del discorso, ma pare di capire che si sostenga che nessun sito lgbt italiano si sia occupato del gay siriano giustiziato dall'Isis.
In realtà Gay.it se n'è occupato qui, Spetteguless se n'è occupato qui, Gayburg se n'è occupato qui e, più in generale, decine di realtà lgbt hanno commentato l'orrore di quelle immagini. Eppure, a dispetto dell'evidenza, l'articolo prosegue nel sostenere l'esistenza di un presunto «silenzio colpevole di tutti i frociazzi snob arcobaleni italiani, truccati o acqua e sapone, operati e non, televisivi e radiofonici, blogger e giornalisti, con tonaca o senzadio. Brutti, politicizzati, sporchi nell'anima, silenziosi e complici, senza pietà, codardi e leccaculo di un islam senza legge e senza rispetto».
Anche in questo caso la volgarità e la violenza delle parole rendono di difficile comprensione il testo, ma pare di capire che l'idea dell'autore sia quella di prendersela con chi fa distingui fra integralisti ed islamici, quasi come se fosse un gesto dovuto il cogliere al volo un pretesto a caso per invocare un odio indistinto nei confronti dell'Islam.
Naturalmente l'autore non manca di insultare deliberatemene chi non la pensa come lui, definendo gli attivisti gay italiani come «migliaia di sciocchini impegnati a sbaciucchiarsi nelle darkroom, avvolti dal buio delle loro tristi esistenze». Dal canto sui si autoesclude da quegli insulti, sostenendo di essere «un frocio coraggioso e con i coglioni di cemento armato». Peccato che le sue parole appaiano l'inequivocabile dimostrazione di un vuoto interiore e di una carenza intellettuale: solo un debole inneggerebbe un odio indiscriminato, ancor più dopo aver cercato visibilità attraverso una facile volgarità (davvero troppo facile è liquidare l'Isis come un gruppo di «teste di caz*o», più complesso è capire i motivi che hanno portato alla sua nascita e diffusione).
Nei commenti molte persone si dicono scioccate dall'ignoranza che emerge da quelle parole, ma non manca chi lo definisce un «articolo eccellente» dato che è evidente come «costoro sono troppo impegnati a rompere le scatole contro il "Vaticano cattivo", le "fasciste Sentinelle" e qualsiasi altro falso nemico. I nemici veri li lasciano in pace. Come dice lei, "froci nell'anima"». Insomma, il solito ritornello odioso di chi sostiene che se si è vittima di ingiustizie minori di altre, allora bisognerebbe subirle in silenzio per occuparsi esclusivamente di chi sta peggio. Per proprietà transitiva, un italiano che non ha lavoro dovrebbe smettere di di chiedere politiche per l'occupazione dato che in Africa c'è ancora meno lavoro: pensi all'Africa e la smetta di cercare un'occupazione che possa garantire dignità alla sua famiglia!
Nino Spirli si definisce una «checca» cattolica di destra e già nel 2012 ottenne il plauso di Tempi per le sue esternazioni contro l'approvazione di una legge contro l'omofobia.


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