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Elton John, Courtney Love,Martina Navratilova, Ricky Martin, Ryan Murphy e Perez Hilton contro Dolce e Gabbana per frasi sui figli dei gay

«Non l'abbiamo inventata mica noi la famiglia. L'ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c'è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d'amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni». È quanto dichiarato dallo stilista Domenico Dolce alle pagine della rivista Panorama, da tempo schierata nel cercare di impedire qualunque riconoscimento ai diritti dei gay. L'uomo ha poi aggiunto: «Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia».

Curioso è come qualcuno si stupisca dinnanzi alla polemica scaturita da quelle parole. Non solo perché i due stilisti si sono arricchiti proprio grazie alla diffusione dei loro capi fra la comunità gay e per l'ipocrisia che si odora nel sentire certe parole dalla bocca di chi dieci anni fa andava in giro a dichiarare di volere un figlio, ma soprattutto perché due personaggi da sempre indifferenti alle lotte sociali se ne sono usciti in un momento in cui le loro dichiarazioni si sarebbero meglio prestate per una strumentalizzazione che permettesse all'Italia di rimanere nel Medievo.
Non a caso è Famiglia Cristiana una delle prime realtà ad essersi congratulati con loro, così come Libero appare averli eletti a rappresentanza dell'intera comunità lgbt italiana (con il classico richiamo al fatto che se Dolce e Gabbana non vogliono diritti, allora i gay non vogliono diritti). Anche Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia ha preso le loro difese: «I veri intolleranti sono i presunti attivisti gay, che attaccano sul personale per un’opinione diversa [...] Complimenti: i figli un dono, non un diritto». Federica Chiavaroli, vicepresidente del gruppo al Senato di Area popolare (Ncd-Udc), aggiunge: «Sto con Dolce e Gabbana. Viva la famiglia con una mamma e un papà». Forza Nuova, infine, ha deciso di tesserarli ad honorem per «il coraggio nel difendere la famiglia tradizionale» (dalla sua pagina Facebook Roberto Fiore fa sapere di aver provveduto all'invio delle tessere ai due stilisti).

Insomma, l'impressione è che Dolce e Gabbana non si siano accontentati di evitare che i soldi delle loro attività commerciali finissero nelle tasche del fisco italiano, ma ora vogliono rubarci anche ogni speranza di un futuro più democratico e giusto per tutti offrendo il loro supporto al mondo dell'estrema destra.

Ma dato che viviamo nel mondo della comunicazione globale, è dall'estero che arrivano i commenti più furiosi. Elton John ha tuonato: «Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono "sintetici"» e li ha invitati a »vergognarsi per aver puntato i loro ditini contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a legioni di persone che si amano, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda». Poi ha aggiunto: «Non indosserò mai più nulla di Dolce e Gabbana» prima di aderire alla campagna #BoycottDolceGabbana.
Se gli stilisti hanno replicato su Instagram con un dando del «fascista» a Elton John, i due non hanno forse considerato come la postar inglese non fosse l'unica a nona aver apprezzato la loro uscita. Courtney Love rilancia: «Ho appena raccolto tutti i miei vestiti Dolce e Gabbana e li voglio bruciare. Non ho parole. Boicottiamo la bigotteria insensata». Poi anche Martina Navratilova, Ricky Martin, Ryan Murphy e Perez Hilton hanno aderito alla campagna di boicottaggio.

«Quando si tocca il mondo gay si alzano sipari su nervi scoperti, sollevando reazioni spropositate» afferma Panorama. Ma bisognerebbe avere la memoria davvero corta per non notare che chi ora sta puntando il dito contro il boicottaggio sono le stesse persone che hanno indetto boicottaggi assai maggiori per impedire a Conchita Wurst si potesse esibire al Festival di Sanremo, mostrando un'ipocrisia davvero smisurata. Non a caso è anche Adinolfi a parlare di un «boicottaggio violento annunciato da Elton John contro la libertà di pensiero persino di Dolce e Gabbana» dopo aver invitato tutti i suoi lettori a non guardare la Rai per impedire che una drag queen potesse esibirsi sul palco.
Allo stesso tempo si nota come di debbano avere davvero poche cartucce se ci si aggrappa ai primi due che si lanciano in dichiarazioni discutibili per cercare di sostenere di aver ragione, quasi come se bastasse trovare un etero contrario alle adozioni per gli etero per invocare che tutte le leggi che consentano tale atto siano abolite dato che "gli etero" sono contrari a qual diritto. Ma in fondo siamo nel paese in cui basta un Luca di Tolve qualsiasi per condannarci ad anni di propaganda diffamatoria da parte della stampa cattolica...


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