Il 17enne piemontese che vorrebbe essere adottato da una coppia gay


I gruppi omofobi hanno poche idee e molto confuse, ma fra i loro slogan più ricorrenti c'è il sostenere che le loro azioni siano spinte dalla necessità di «difendere i diritti dei bambini». In uno spot realizzato dalla Manif Pour Tous viene anche rivendicato come quei bambini non possano avere alcuna voce in capitolo: a decidere devono essere gli adulti sulla base della propria ideologia e dei propri pregiudizi. Eppure basterebbe ascoltareli per potersi rendere conto che forse le cose non stanno proprio così e che forse le loro azioni sono contrarie proprio agli interessi di tanti minori che loro sostengono di voler «difendere». Perché un conto è pansare che tutte le famiglie assomiglino a quelle dei romanzi rosa, un altro è confrontarsi con una realtà non sempre così semplice.

A fornirci un'importante testimonianza sul tema è il blog Those Men con la sua intervista ad un ragazzo eterosessuale 17enne che vive in una casa famiglia del Piemonte. Il padre è morto per overdose quando lui aveva sei anni, la madre è venuta a mancare quando ne aveva solo 12. Rimasto orfano, è stato ospitato in una casa famiglia.
È lui a raccontare che «nella mia casa famiglia abitiamo in 27, e abbiamo una camera da letto ciascuno. Vi sono 21 ragazzi ospitati e sei educatori, e sebbene siamo tutti maschi nella stessa casa, la nostra giornata è come dire "abbastanza normale": la mattina ci svegliamo e prepariamo per andare a scuola, quando poi torniamo abbiamo dei momenti dedicati allo studio in cui gli educatori se serve ci aiutano, momenti in cui svolgiamo dei compiti per il corretto funzionamento della casa (come ad esempio lavare i piatti o apparecchiare… che sarebbero normali compiti casalinghi) e anche momenti di relax dove possiamo giocare, uscire e divertirci. In pratica è come vivere con altri 26 fratelli, o qualcosa di molto simile».

Spesso si è ritrovato anche a fantasticare su quello che sarebbe potuta essere la sua vita se le cose fossero andate diversamente. Dice di avere pochi dubbi sul fatto che «siano meglio due genitori che amano solo me piuttosto che sei educatori che amano anche tutti gli altri. Un ragazzo che passa un momento così difficile ha voglia e bisogno di sentirsi speciale, e non solo di essere il "nuovo arrivato" tra tanti». E questo nonostante il ragazzo non ribadisca più volte di trovarsi molto bene nella sua casa famiglia, arrivando anche ad elencare una serie di vantaggi nel vivere lì. Ma tra questi manca la figura di due persone che si centrino solo su di lui.
Quando gli è stato chiesto se ci sarebbero differenze se l'adozione potesse giungere da parte due donne o due uomini, il17enne risponde: «Ci penso da molto tempo e grazie ai media e alle riviste mi son informato più volte. Io credo che non cambierebbe affatto, e anzi penso che sarebbe addirittura meglio avere due mamme o due padri che mi vogliono bene, piuttosto che una coppia formata da padre e madre. Anche se ovviamente voglio bene ai miei educatori, e credo che l'amore che loro mi danno sia quanto di più possano (e per loro possa essere più o meno paragonabile a quello di un genitore) in realtà non potrà mai essere la stessa cosa».
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