Il viaggio del Papa a Napoli costerà il 64% di quanto speso in un intero anno per il contrasto all'omofobia, ma questa volta Avvenire non ha nulla da ridire
Il 21 febbraio 2014 il giornale dei vescovi ha gridato allo scandalo dinnanzi ai 250mila euro spesi nel corso di un intero anno dall'Unar per la strategia di contrasto all'omofobia. Se l'articolo lasciava inizialmente intendere che quella cifra si riferisse alla stampa dei libretti che sarebbero dovuti essere distribuiti agli insegnanti, è nel finale che viene indicato come quella cifra sia stata raggiunta solo sommando tutti i progetti finanziati nel 2013 (tra fondi alle associazioni che si occupano di fornire assistenza, ai festival culturali sino alla sensibilizzazione). L'articolo, però, si lanciava ugualmente nel sostenere che «è interessante notare come la crisi economica, che ha letteralmente falcidiato i fondi statali per le politiche per la famiglia e per l'infanzia e l'adolescenza, sembra non toccare un unico settore: quello delle associazioni lgbt».
A dodici mesi di distanza i toni di Avvenire appaiono assai diversi nel raccontare con entusiasmo come «per la visita a Napoli di Papa Francesco tutte le spese saranno a carico del Comune, gratis anche il trasporto pubblico». A quello scopo sono stati stanziati 160mila euro di fondi comunali per tutti gli interventi necessari» che includono anche «gli interventi indispensabili in materia di viabilità, manutenzione e sicurezza urbana, igiene cittadina e complessivo decoro urbano da realizzare lungo il percorso del Pontefice».
Per farla breve, la visita di un solo giorno da parte di un unico uomo costerà alle casse di un singolo comune il 64% di quanto speso dall'intero stato per garantire la dignità di milioni di cittadini. Peccato che in questo caso i vescovi non abbiano avuto assolutamente da ridire e non abbiano ritenuto di dover sostenere che quei soldi siano stati sottratti alle famiglie.
Qualcuno contesterà che il viaggio del Papa in fondo costerà solo 0,16 euro ad ogni napoletano, ma a quel punto è bene notare come il contrasto all'omofobia sia costato assai meno: solo 0,004 euro a cittadino. Chi preferirà sottolineare le possibili ripercussioni sul turismo dovrà fare i conti con un articolo che si indignava dinnanzi ai 19.000 che si dice siano stati spesi per sovvenzionare il pride nazionale: in quel caso i partecipanti furono oltre centomila e dinnanzi ad una spesa media che ha superato gli 0,198 euro a testa si può già parlare di un guadagno economico per la collettività.
A questo punto l'unica spiegazione plausibile dei due pesi e delle due misure pare quella ideologica: i soldi spesi a beneficio del clero sono da ritenersi un bene, quelli investiti per i cittadini sono un male se in contrasto con la volontà discriminatoria di chi troppo spesso appare il vero padrone dell'Italia.
Leggi l'articolo completo su Gayburg