La Manif Pour Tous sta con Dolce e gabbana (e lancia una petizione in loro favore)


Mentre proseguono le adesioni al boicottaggio lanciato da LGBT Italia lo scorso 12 marzo, la Manif Pour Tous ha lanciato una contro-raccolta firme in difesa degli stilisti. Per tale azione ci si è affidati alla piattaforma online da loro stessi creata e già utilizzata per lanciare il boicottaggio per la partecipazione di Conchita Wurst al Festival al Sanremo. ma evidentemente boicottare qualcuno perché ci si sente offesi dalla sua esistenza è cosa buona, contrariamente a chi boicotta qualcuno perché ha offeso i propri affetti.
Sono già decine di migliaia le firma raccolta, cosa che non stupisce dato che la scelta di non affidarsi ai siti internazionali generalmente utilizzati per simili azioni ma ad un proprio sito offre il duplice beneficio di poter evitare fastidiosi controlli sull'identità dei firmatari (si può votare quante volte si vuole e con i dati che si vogliono) e ci si auto-nomina garanti dei numeri mostrati (senza il fastidio di inutili controllori da soggetti terzi ed imparziali).

I firmatari sottoscrivano un testo in cui si invitano i due stilisti a non scusarsi con le persone offese, invitandoli a non seguire le orme di Barilla e a mantenere un atteggiamento che possa invocare l'inferiorità delle famiglie omosessuali rispetto a quelle eterosessuali:

Scrivo per esprimervi il mio sostegno in occasione degli attacchi personali e della campagna di boicottaggio che state affrontando in questi giorni, dopo l'intervista rilasciata a Panorama.
Vi sono grato per la vostra campagna #DGfamily, che mostra tutta la bellezza della famiglia fondata sull'unione di un uomo e una donna. Grazie del coraggio con cui, nell'intervista e nella campagna pubblicitaria, vengono espresse posizioni e sensibilità così coraggiose: affermare la propria contrarietà a pratiche come l'utero in affitto o la fecondazione artificiale rappresenta un atto che va contro il "politicamente corretto", e di ciò bisogna darvi merito.
Nonostante le pressioni e i tentativi di boicottaggio, vi invito a non desistere. In passato, altri imprenditori, spaventati dalle conseguenze delle loro affermazioni in difesa della famiglia, hanno deciso di "chiedere scusa" ed allinearsi al pensiero dominante. Sono convinto che voi non lo farete, soprattutto perché nell'esprimere le proprie opinioni non c'è nulla di cui scusarsi.
Grazie di aver preso pubblicamente posizione a difesa e sostegno della famiglia naturale e in opposizione a pratiche tecnologiche di genitorialità (fecondazione eterologa, utero in affitto) sulle quali anch'io sono in disaccordo. La vostra testimonianza pubblica rappresenta un segnale di grande speranza.

Nella lettera, ovviamente, si sostiene implicitamente che l'utero in affitto e le tecniche di procreazione riguardino praticamente solo le coppie omosessuali, sorvolando volutamente su come siano assai più comuni fra le coppie eterosessuali (al punto che stati come l'India o la Russia siano -vere capofila di tale pratica- vietino l'accesso a quelle pratiche se non si è parte di una famiglia eterosessuale). Ma si sa che l'obiettivo è quello di colpire la dignità e il futuro della comunità lgbt e tale opportunità gli è stata offerta da Dolce e Gabbana sulla base. Il tutto sulla base di una curiosa opinione in cui è sufficiente che una persona appoggi la loro tesi perché venga resa simbolo di una verità rivelata (si pensi anche solo a come ancor oggi migliaia di giovani vengano torturati nel nome di Luca Di Tolve).
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