Cattolici Usa: «La mancata discriminazione dei gay rende impossibile un'armonia civile»


Charles Chaput, William Lori, Robert George, Albert Mohler Jr. e Russell Moore (rispettivamente l'arcivescovo di Philadelphia, l'arcivescovo di Baltimora, un professore di legge a Princeton, il presidente del seminario teologico battista del Sud e il presidente della Commissione di etica e libertà religiosa della Convention battista del Sud) sono i firmatari di un preoccupante documento redatto in difesa delle leggi anti-gay approvate in Indiana.
Come in un qualsiasi testo di propaganda, la premessa è che si intende denunciare «l'acrimonia e le bugie» che rischiano di rendere vani tutti gli sforzi fatti per proteggere la libertà religiosa». Peccato, però, che sia il documento stesso a mostrare molte ombre.
I prelati sostengono che «l'America è stata fondata sull'idea che la libertà religiosa sia importante» e che «dobbiamo prenderla seriamente o diventeremo un popolo alieno ai propri principi fondanti». ed è solo su questa base che si lanciano nel sostenere che per i cristiani, gli ebrei e i musulmani è «una convinzione comune» che gli uomini sono creati maschi e femmine, nessuno può essere discriminato attraverso l'obbligo di partecipare attivamente a servizi che affermino il contrario. E quando le convinzioni «radicate nell'esperienza» di una persona sono «ritenute "discriminazioni"» diventa impossibile «raggiungere un'armonia civile».
Gli autori del testo si appellano addirittura alla Costituzione americana, sostenendo che «anche chi non è religioso ha una responsabilità nel riconoscere che la nostra prima libertà, la libertà religiosa e la libertà di coscienza, è protetta dalla legge».
Nessuna parola viene però riservata allo spiegare perché mai la libertà religiosa dovrebbero permettere discriminazioni decise dagli uomini sulla base di ideologie che nulla hanno a che vedere con la religione. Inoltre non si sta certo parlando di scelte personali, sempre permesse anche se discutibili: chi crede che Dio approvi l'uso del cilicio potrà sempre farlo, così come ci ci potrà fustigare perché convinti che il Padre si diletti nel vederci soffrire... ma qui si chiede che si possa imporre la propria volontà agli altri nel nome di un preconcetto. E la storia ci insegna che quando la religione non è più una scelta personale ma un'imposizione nei confronti degli altri, la via può condurre solo agli epiloghi più bui.
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